Joe Strummer ha ragione, c’è qualcosa che ci chiama ed ora, tra le fiamme ancora alte e le macerie di quest’ultimo terribile anno, il suo richiamo si fa sempre più forte: Londra chiama le città lontane. Ma di quale Londra stiamo parlando? Non è certo quella della Brexit o quella di Boris Johnson, è una Londra più intima, una Londra che mette a disagio, che sa essere mondana e cosmopolita, ma che è, soprattutto, espressione viva e pulsante di una forma radicale di umanesimo, compassione e solidarietà, di cui il nostro mondo ha assoluto bisogno.
Questa è la Londra di Joe Strummer, forse non è mai esistita davvero, forse appartiene al passato, magari nascerà nel prossimo futuro, ma è sicuramente quella che risuona in “White Man In Hammersmith Palais” e che ci mette in guardia contro tutte le possibili derive e i rigurgiti razziali che avvelenano la nostra società; è quella che in “Washington Bullets” denuncia i vecchi e i nuovi imperialismi militari, finanziari ed economici, siano essi americani, russi, britannici o cinesi; è quella che, facendo leva sulle chitarre sferzanti di “Know Your Rights”, ci mostra quanto sia brutale e ingiusta la subdola suddivisione in classi che, ancora oggi, discrimina e divide le persone; è quella che, questa volta con i suoi Mescaleros, in “Shaktar Donetsk”, dona forma sonora agli incubi, ai tormenti, alle sofferenze che un migrante economico è costretto a subire, nel suo viaggio di speranza e di frustrazione, d’orgoglio e di sottomissione, di tradizione e di modernità, che lo porta ad abbandonare la sua terra natia per raggiungere una qualsiasi delle sfavillanti ed effimere metropoli occidentali.
Questa Londra è Strummerville, un ponte tra “Redemption Song” e “Ghetto Defendant”; un luogo che si nutre di reggae e di punk, di dub, rap, hip-hop e del rock’n’roll viscerale delle origini; un luogo che profuma di “world music”, prima che questo termine avesse davvero un senso ed un contesto musicale di riferimento. Questa Londra è l’ultima difesa dell’umanità contro le spinte sovraniste, contro la disgregazione sociale, contro la disillusione dovuta a pessimi governi di Sinistra e contro lo sfrenato tatcherismo liberista di quelli di Destra.
Riusciremo a trovare questa Londra dentro di noi o dovremo solamente accontentarci dell’ennesima lapide?
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