domenica, Dicembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

O​-​P​-​L​-​E​-​N, Oplen

Le vibrazioni elettroniche di Henrik Sunbring nascono nella parte più recondita delle nostre coscienze, laddove le percezioni e gli stimoli esterni vengono smontati, passati attraverso il setaccio dei nostri istinti più primordiali ed intrecciati con quel bagaglio di ricordi ed esperienze vissute, racchiuse nella nostra memoria, in modo da dare vita a pensieri ed emozioni da rispedire, nuovamente, verso il mondo esterno.

C’è, quindi, una continua osmosi tra il dentro ed il fuori; tra la luce e l’oscurità; tra le profondità celate del proprio Io e quell’insieme di rapporti affettivi, familiari, amicali, lavorativi, di svago, conoscenza o interesse che sono alla base della nostra società. Si tratta della stessa osmosi che O-P-L-E-N ricrea tra la sfera analogica della propria fantasia e creatività e quella digitale costituita dalle trame ambient e darkwave che implementano l’intelaiatura invisibile di questo progetto sonoro. Divagazioni chitarristiche che dilatano lo spazio-tempo, creando un portale tra quelle sonorità calde e lisergiche, intrise di krautrock, care agli anni Settanta, e il nostro gelido, infettato e moribondo presente, il quale distorce e baratta nostalgiche melodie di matrice post-rock per costruire una rete globale di chiusure e di repressione, di paure e di divieti, schedando e catalogando le persone attraverso i loro indirizzi IP, chiudendole, per sempre, in un’unica e perenne stagione, quella di un cupo e sfrenato materialismo a distanza.

Ed è così che ci dimentichiamo di noi stessi, di ciò che eravamo, di ciò che avremmo desiderato diventare; siamo soli e l’unica forma di comunicazione che riusciamo a concepire è quella affidata ad una tastiera, a quel flusso di lettere solitarie che si perdono nel buio sempre più fitto delle nostre sofferenze, di tutti i sogni a cui siamo stati costretti a rinunciare, di questo ennesimo, ingiustificato ed assurdo lockdown. “O”, “P”, “L”, “E”, “N” rappresentano qualcosa che dobbiamo tentare di rimettere assieme, parti di un’esistenza che può avere senso e valore solamente se ci riappropriamo delle nostre percezioni fisiche, dei nostri istinti più naturali, della potenza comunicativa della vera parola, di quell’empatia perduta senza la quale siamo solo degli involucri vuoti ed impotenti e niente più. 

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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