In un prossimo futuro, probabilmente, la musica prodotta, nel mondo, durante questi mesi di pandemia, lockdown ed isolamento forzato, verrà, in larga parte, dimenticata; innumerevoli sono, infatti, i meschini tentativi di falsificazione e di mistificazione a scopi puramente mediatici e commerciali. Siamo stati, letteralmente, travolti da registrazioni più o meno domestiche, da jam-sessions virtuali, da video a cadenza mensile, da brani a tema, da una massa disordinata di note, di parole e immagini, tra le quali, purtroppo, come accade in questi casi, si nascondono le zanne e gli artigli di sciacalli e di avvoltoi.
Ma la Verità, raffigurata con il Sole stretto in una mano e un piede appoggiato sulla Terra, può essere svelata solamente dal Tempo; è Lui che ci permette di cogliere tutto ciò che, sovente, sfugge ai nostri stessi sensi, i quali sono eccessivamente intrisi di caos, di disordine, di paranoia, di quotidianità. “Songs From Isolation”, dopo il debutto di “Forever Blue” dell’anno scorso, fa parte di quell’essenziale che solo il Tempo può mostrarti: non è una semplice raccolta di cover – in questo periodo ce ne sono state decisamente troppe e con risultati, a volte, assai scadenti – ma è il risultato di un processo di analisi e di messa a fuoco, cruda, basica e scarnificata, di questi giorni d’isolamento ed agonia, attraverso una voce oscura e malinconica, accompagnata dalle trame ipnotiche e surreali di un piano. Una dolcezza che fa a pugni col buio che incombe sulle nostre esistenze.
La melodia originaria dei vari brani proposti viene completamente rimossa, in modo che essi possano emergere in tutta la loro fragile e selvaggia nudità ed essere poi rivestiti di un leggerissimo velo, intriso di oscuro dream-pop. Sonorità che non possono assolverci delle nostre colpe, né consolarci; sonorità che non riescono, neppure, a spiegarci questa arida solitudine o il tocco violento e rabbioso della morte. Esse assumono un andamento narcolettico, abbattendo i miti dei quali ci nutrivamo nei giorni di splendore, abbattendo le divinità inesistenti alle quali offrivamo la nostra fatica, il nostro sudore, il nostro impegno, la nostra energia e la nostra intelligenza e mettendoci davanti alle ferite del mondo.
Ma non sarà lei, A.A. Williams, a indicarci cosa fare, quali decisioni prendere, in che modo tirarci fuori dalle acque torbide e gelate nelle quali stiamo sempre più velocemente affogando; noi sappiamo già a chi e cosa dare priorità, valore ed importanza. Il Tempo ci ha mostrato la Verità, ma noi saremo in grado di accettarla? Saremo più forti del nostro dispotico e possessivo ego?
Intanto le canzoni scelte non hanno bisogno di alcuna presentazione, solamente di essere ascoltate, soprattutto con il proprio cuore e la propria anima.
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