Gli echi di un mondo che non esiste più si sono trasformati in visioni sfumate, in strani ronzii, in chitarre distorte che si perdono tra i riverberi e le voci di un passato del quale non abbiamo più alcun ricordo, solamente un enorme senso di vuoto, un buco nero virtuale dal quale emergono improvvisi, accecanti e malinconici bagliori shoegaze.
Questa contrapposizione tra il prima ed il dopo, tra un’oscurità nella quale riusciamo ad orientarci ed una luce talmente intensa da immobilizzarci, ci offre lo spunto per conoscere meglio noi stessi, i nostri pregi ed i nostri difetti, ciò di cui abbiamo bisogno per migliorarci e soprattutto le persone che possono aiutarci a farlo, fornendoci nuovi stimoli, nuove chiavi di lettura, nuovi argomenti su cui riflettere, nuove trame sonore sulle quali sperimentare e dalle quali lasciarci trasportare.
La band americana, infatti, in questo nuovo brano, “End Of The Night”, anticipatore di un prossimo EP (“Hologram”), ha deciso di rinnovare la propria formazione; la nuova sezione ritmica basso-batteria si è fatta più tamburellante ed incalzante, donando a questo brano una crepuscolare consistenza post-apocalittica che si sposa alla perfezione con il dubbioso ed ansioso presente che stiamo vivendo, con un’umanità globale che sembra essere sempre più prigioniera della paura, incapace di guardarsi dentro ed in perenne attesa di una salvezza esterna che, probabilmente, non potrà arrivare mai. Da qui la necessità per Oliver Ackermann e soci di dare forma ad una canzone capace di muoversi, appunto, alla fine del giorno, tra la luce e l’oscurità, in quella dimensione onirica nella quale riusciamo ad ascoltare la voce della nostra coscienza.
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