Il dolore non è solo un’emozione che sentiamo dentro di noi, ma è una vera e propria dimensione fisica, qualcosa che non possiamo respingere, ma che dobbiamo necessariamente attraversare. A volte tentiamo di soffocare questo luogo, di dimenticarne l’esistenza, magari affidandoci alla compagnia di qualsiasi cosa ci aiuti a dimenticare, ci renda più insensibili, alterando quello che è il nostro stato mentale e quelle che sono le reali percezioni del mondo che ci sta attorno, ma così facendo finiamo per diventare prigionieri, per sempre, di un tempo immobile, di uno spazio sempre più arido, vuoto ed oscuro.
I New Adventures In Lo-Fi, con le loro sonorità avvolgenti, notturne e malinconiche, ma, allo stesso tempo, crude, dirette e realiste, ci rammentano che non possiamo sempre trovare una scorciatoia, ma vi sono momenti, nei quali, solamente il senso di abbandono, solamente la sofferenza, solamente un’improvvisa ed insopportabile solitudine, solamente un silenzio carico di dubbi ed angoscia, possono consentirci di ritrovare un nuovo e più prezioso equilibrio.
“Godspeed” assume il corpo sonoro di una tappa obbligatoria nel nostro viaggio di crescita spirituale, le sue domande – anche se apparentemente potrebbero sembrare parole che cadono in un buco nero – servono, invece, a far sì che le vecchie e le nuove ferite rimarginino, mentre una più solida e matura consapevolezza di ciò che siamo, di ciò che abbiamo il dovere di trasmettere agli altri, di ciò che possiamo fare per rendere questo mondo un luogo migliore, ci consente di riparare le crepe che si erano aperte nella nostra anima. Non si tratta, semplicemente, di un po’ di intonaco, cioè di qualcosa che è solo apparenza e superficialità, espressa, magari, attraverso la solita ossessiva cantilena di frasi di circostanza e luoghi comuni, ma si tratta, invece, di un vero e proprio argine contro la cultura della morte e della fine.
Certo, adesso non siamo più quelli di prima, abbiamo compreso quali fossero i nostri sbagli, abbiamo utilizzato questo dolore per costruire un rifugio, abbiamo dato un nome a tutti i gatti che vivono in questo nostro cortile, a tutte quelle piccole cose che contano davvero e che rendono più luminose le nostre vite, anche se le domande a cui non sappiamo dare una risposta restano lì, in attesa che questo ennesimo cerchio si chiuda e poi inizi da capo. Dunque, siete pronti a riprendere il cammino?
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