Eteocle e Polinice erano i due figli maschi nati dal rapporto incestuoso tra Edipo e Giocastra, due fratelli che combattevano l’uno contro l’altro per impadronirsi del trono di Tebe, per poi trovare, alla fine, entrambi la morte. Nemmeno l’oscura signora, però, riuscì a ristabilire un pacifico equilibrio tra i due, perché Creonte, zio e tiranno di Tebe, decise di concedere le esequie solo a Eteocle, ma non a Polinice, il cui corpo – per legge – non doveva essere seppellito.
A questo punto entrarono in scena le sorelle dei due, Antigone e Ismene: la seconda si dichiarò, sin da subito, rispettosa della legge e dell’ordine, intenzionata, di conseguenza, a non disubbidire alla volontà dello zio tiranno, mentre la prima scelse di opporsi al suo editto, perché, a suo giudizio, esisteva una legge di natura divina, una legge che affondava le proprie radici nel passato e nelle tradizioni più remote, la quale trascendeva qualsiasi ordinamento dello stato, qualsiasi potere politico, qualsiasi tribunale degli uomini.
Vi sono, dunque, di conseguenza, dei momenti nei quali è giusto decidere di non obbedire al potere costituito, anzi di opporsi apertamente ad esso e rivendicare il rispetto di quelle leggi che, come sosteneva Antigone, “non sono di oggi o di ieri, ma sempre vivono e nessuno sa da quando apparvero”.
Per la fanciulla coloro che ricevono l’ordine di rispettare una legge, non debbono subirlo e basta, ma debbono restare sempre liberi di aderire o meno a quel comando.
Probabilmente ciò non piacerà ai tutori dell’ordine e della disciplina, agli uomini in divisa, agli interpreti del paternalismo sociale e politico che domina i tempi attuali, il paternalismo delle chiusure inutili e dannose, dell’isolamento forzato, degli assurdi coprifuoco, della negazione generalizzata di tutti i diritti acquisiti, con decenni di lotte e di sacrifici, dalle generazioni passate, ad iniziare dal diritto all’istruzione, per passare al diritto al lavoro e finire proprio con quel diritto alla salute, nel nome del quale queste norme autoritarie e tiranniche vengono imposte da politici che, a ben vedere, sono solo uomini mediocri. Uomini mediocri che credono di poterla fare franca, mascherando le loro incapacità e la loro arroganza dietro queste norme che violano i diritti fondamentali delle persone, alle quali, di conseguenza, non resta che appellarsi ad un diritto inviolabile e moralmente legittimo, quello della resistenza.
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