Il vibrante approccio sociale degli Idles, intriso di passione, impegno ed umanità, trova il suo naturale e liberatorio sfogo nell’eroico ed amorevole inno dei Gang Of Four. “Damaged Goods” diventa ancora più incisiva ed arrabbiata, spigolosa e irriverente nel mettere in mostra quei sentimenti e quelle necessità che, spesso, lasciamo morire dentro di noi, temendo di esser giudicati male e, di conseguenza, di essere emarginati e costretti a vivere nell’indigenza.
Gli Idles non sarebbero potuti essere quello che sono se non ci fossero stati prima i Gang Of Four, se non ci fosse stata la loro passione, la loro volontà di cambiare le cose, agendo soprattutto attraverso queste abrasive e sofferenti sonorità post-punk, senza paura di essere identificati come i nemici da combattere, i clown perturbatori dell’ordine costituito dalla società borghese e neo-liberista che ci vuole tutti identici, tutti omologati, tutti perfettamente inquadrati nei suoi meccanismi e nei suoi concetti privati di libertà, di giustizia e di bellezza.
I Gang Of Four hanno, invece, sovvertito questi modelli a buon mercato, hanno spalancato le porte alla fatica, al sacrificio ed al sudore, alla carne ed al vivo desiderio. Gli Idles li hanno seguiti nella denuncia delle abnormi deformità, delle spaventose latenze, delle assurde e masochistiche stravaganze della nostra eterna e temporanea quotidianità, tentando di rimettere al centro delle nostre vite le emozioni, il romanticismo più combattivo, i baci e persino la consapevolezza di quanto possa essere doloroso un ultimo addio.
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