Micidiali riff sabbathiani; terrificanti e struggenti cavalcate elettriche; trame psych e stoner rock che inglobano e fanno propri elementi garage, grunge e punk; un mondo devastato da una assurda e delirante smania di notorietà e tecnologia; Las Vegas – l’ultimo tossico baluardo della democrazia americana – che crolla sotto i colpi inferti dal maligno Randall Flagg; un vuoto che divampa dentro e fuori di noi e che spinge i Monster Magnet a trovare la propria salvezza sonora nell’hard-rock puro e viscerale delle origini, proponendoci, quindi, questo cupo e dolente disco di cover.
Un passato che dovrebbe avere i colori accattivanti della psichedelia e del proto-punk, se non fosse per il crudo e rabbioso effetto distorcente che il nostro inquieto e moribondo presente esercita sui brani di band come gli Hawkwind, i Pentagram, gli Stooges, i Black Sabbath, i Jerusalem o i Rolling Stones. Canzoni che si agitano come fantasmi sullo sfondo di altri muri ed altre barriere, sia di tipo fisico, che mentale; barriere che vengono, continuamente, costruite tutt’intorno a noi, in modo da impedire alle persone più deboli di dare vita ad un fronte comune, in modo da tenerle costantemente in tensione, divise e preoccupate di difendere, in qualsiasi modo, quel poco che pensano, erroneamente, di possedere. Ed intanto un’economia di guerra condiziona le nostre scelte e le nostre azioni, opprime le nostre libertà e i nostri diritti civili, ci costringe a subire soprusi ed ingiustizie, a fingere di essere soddisfatti, ad obbligarci a guardare dall’altra parte per non essere additati immediatamente come nuovi nemici ed essere, di conseguenza, isolati ed emarginati.
I Monster Magnet utilizzano queste acide atmosfere degli anni Sessanta e Settanta per brutalizzare il prossimo, imminente futuro; per piegare violentemente lo spazio-tempo, rendere vivi i nostri peggiori incubi, mentre le sonorità desertiche, ossessive ed allucinate di queste tredici anime tentano di parlare al nostro cuore, più che alla nostra mente, visto che non siamo in grado di utilizzare le eccezionali scoperte scientifiche del nostro tempo per migliorare davvero la vita delle persone comuni e rendere questo pianeta un luogo più pulito, più giusto, più pacifico, più solidale più tollerante. Ed invece non abbiamo fatto altro che lanciare l’ennesima bomba, che sfruttare il progresso come un’arma di distruzione di massa, spalancando i cancelli di Mordor e lasciando che gli istinti più violenti ed egoistici avessero il sopravvento. Ma noi abbiamo bisogno l’uno dell’altro, altrimenti non potremo che scivolare verso il peggiore degli inferni.
Comments are closed.