giovedì, Novembre 7, 2024
Il Parco Paranoico

Good Goddamn, Sisters Of Your Sunshine Vapor

Le trame elettriche dei Sisters Of Your Sunshine Vapor puntano decise verso il nostro inconscio. Non prima, però, di aver toccato ed essersi impregnate di tutte le follie che caratterizzano la società caotica e materialista che abbiamo costruito, con le sue inutili polemiche, le sue politiche grossolane, le sue manie di grandezza e tutte quelle frasi di circostanza e quei comportamenti superficiali svenduti come fossero delle verità inconfutabili.

A questa massiccia dose di ipocrisia e di disordine vanno aggiunte tutta la sofferenza, il senso di smarrimento, la profonda solitudine che hanno sconvolto il mondo, annullando di fatto la nostra quotidianità, ma, allo stesso, tempo consentendoci di comprendere quanto sia importante ascoltare il battito del proprio cuore, il flusso dei propri pensieri, ogni singola emozione, ogni stimolo, ogni sensazione che siamo in grado di ricevere dagli altri e dall’ambiente che ci circonda.

Siamo vivi, non diamolo per scontato.

“Good Goddamn” è un disco liberatorio, ma anche la testimonianza reale di tutta la frustrazione, l’impotenza e il dolore che hanno travolto le nostre esistenze, la nostra socialità, i rapporti affettivi, tutto ciò che ci permetteva di sentirci completi ed appagati. Le atmosfere dell’album sono pervase da un senso di rivincita, ma anche da una forte malinconia per coloro che, invece, si sono allontanati per sempre. C’è voglia di riprendere il cammino, ma anche parecchia incertezza; si respira la consapevolezza che le cose stiano cambiando, che sono già cambiate, ma siamo sicuri che sia stato in meglio? O non abbiamo ancora capito nulla?

La risposta è nell’intensità di questi otto brani, in bilico tra il groove lisergico di “She Makes A Great Parade”, la cruda drammaticità  di “It’s Good To Be Alive”, in un continuo perdersi tra le vibrazioni psych-rock degli anni Settanta e quei synth proiettati verso il prossimo, misterioso e imprevedibile futuro; verso le esplosioni dolenti della title-track, il misticismo cosmico di “Never Comin’ Over”, le ombre minacciose ed artificiali che invadono “Walk Of Sobriety”, i richiami ancestrali di “Taser Blue”, il romanticismo blueseggiante di “A Little Sweetness”, le struggenti melodie con cui si apre “Specimen Jar”, l’ultimo brano di questo accattivante e promettente viaggio.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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