Il nostro mondo non è affatto un luogo sicuro, dietro la maschera del progresso scientifico, dei diritti civili, del politicamente corretto, di un futuro prospero ed appagante, si celano, in realtà, le medesime minacciose ombre, assetate di violenza, di potere, di ricchezza, che ci stanno spingendo, da tempo, verso il baratro definitivo dell’auto-distruzione. I White Tundra ci mostrano – con i loro riff vibranti ed incisivi, con le loro possenti e solide ritmiche, con i continui richiami ad un passato leggendario – la cruda verità, ma in questa loro rivelazione sonora non c’è alcun timore, nessuna paura, solamente la triste e malinconica consapevolezza di un ciclo che finisce. “Honningfella” non si fa, infatti, prendere dall’irrazionalità; le sue sonorità più rudi e selvagge, d’indole più metallica, quelle che guardano al doom ed allo stoner rock, sono rese più leggere, più armoniche, più suadenti, più umane, da quella stella polare che la band norvegese identifica nelle atmosfere hard-rock degli anni Settanta, nel loro groove blueseggiante e soprattutto nella loro pura e genuina carica emotiva.
Ma la brutalità e l’aggressività del male originario resta intrappolata in profondità, tra i solchi del vinile, e irrompe con rinnovata e famelica energia nella canzone successiva, “One More Place”, più sferzante e dirompente, strettamente connessa con la caotica frenesia che domina i tempi moderni. Se il pezzo precedente, quindi, appariva più onirico, si rivolgeva al passato e utilizzava i ricordi come proprio combustibile musicale, dando forma a visioni notturne, eternamente in bilico tra sogno e realtà, quest’ultimo brano, invece, è concepito per darci la scossa, per destarci dal torpore, per farci vedere – senza il velo dei compromessi e dei propri tornaconto personali – ciò che abbiamo realizzato e che, spesso, è la causa primaria della nostra stessa infelicità, delle nostre insicurezze, delle ansie che ci tormentano e ci impediscono di mantenere un atteggiamento più positivo e più costruttivo nei confronti del nostro futuro.
I White Tundra ci mostrano, in pratica, entrambe le facce della luna; due dimensioni che sono perfettamente integrate dentro di noi e che hanno la necessità di convivere e interagire se vogliamo davvero rendere le nostre vite e il mondo che ci circonda qualcosa di migliore.
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