domenica, Dicembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

Incidents, Black Ink Stain

Mik Brigante Sanseverino Giugno 23, 2021 Dischi Nessun commento su Incidents, Black Ink Stain

“Incidents” non fa sconti a nessuno, arriva deciso e diretto, con i suoi riff vibranti, le sue sonorità crude ed abrasive, il suo miscuglio incandescente di noise rock, post-grunge e atmosfere alternative-rock che ci riportano ad un’epoca, quella degli anni Novanta, nella quale eravamo più ingenui, più puri, meno invischiati in questa maledetta rete globale che, oggi, inquina le nostre scelte, limita fortemente quello che dovrebbe essere il nostro libero arbitrio e marginalizza tutti coloro che sono poco inclini a sottomettersi ai suoi schemi logici e ai suoi modelli comportamentali.

Le chitarre rabbiose, le estenuanti ritmiche basso/batteria, la volontà di spingersi sempre più a fondo, sotto quella piatta, apparentemente calma, lucente e sorridente superficie di ipocrisia, buonismo e luoghi comuni che scandisce le nostre giornate, conduce il trio francese ad elaborare un proprio accattivante, robusto e drammatico groove: oscuro, dolente e ostinatamente metallico, a volte pervaso dalle ossessioni e dai fantasmi di “I See You Dead”, a volte più malinconico, tossico e sfuggente, come in “Pont Des Goules”. 

I Black Ink Stain, in fondo, non fanno altro che trasformare ciò che abbiamo attorno a noi in trame sonore spigolose, energiche ed intrise, purtroppo, da presenze negative e maligne. Le visioni distorte di “Frozen Stance” si alternano con passaggi più introspettivi e nostalgici, quasi sognanti, che diventano le voci liberatorie di “S.O.M.A.”, il brano che chiude un disco duro, ma decisamente seducente. Un disco che ci rappresenta perché mette in evidenza ciò che siamo; ciò che pensiamo di possedere; tutta la nostra assurda superbia; la nostra angosciante frustrazione, mascherata dietro sciocchi vaneggiamenti di fama, potere o successo, amplificati a dismisura dai tanti social intorno ai quali costruiamo le nostre vite, mentre, intanto, un silenzio mortale e profondo entra dentro di noi, ci atterrisce e ci sovrasta. Un silenzio al quale la band proveniente da Clermont Ferrand risponde con il suo rumore, la sua libertà e la sua voglia di vivere.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.