La diversità è indispensabile, è essa che stimola la nostra fantasia e la nostra curiosità, consentendoci di superare schemi e modelli che, altrimenti, diverrebbero statici e di svincolarci da quella globalizzazione forzata che tenta di imporre un modo prevedibile di pensare e di rapportarsi agli altri ed al mondo circostante, oltre che le stesse forme di espressione e gli stessi meccanismi di integrazione, sviluppo, economia, socialità, indipendentemente da quella che è la nostra storia, la nostra cultura, le nostre esperienze passate, le nostre usanze ed il luogo che amiamo ed al quale sentiamo di appartenere.
Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di costruire una vera e propria torre di Babele che ci permetta di mescolare le nostre voci, i nostri diversi linguaggi emotivi, così da poter sfuggire all’uniformante e piatto imperialismo neo-liberista che ci vuole imprigionare nelle sue tristi spirali di produzione e di consumo.
In ogni uomo c’è qualcosa di diverso, di unico e prezioso, “Linguaggi Comuni” è un progetto artistico, sociale e sonoro che tenta di amplificare e sintetizzare queste differenti e difformi autenticità senza, però, ricadere nella banale confusione, perché il confine tra il caos e l’equilibrio, così come quello tra il buio e la luce, tra l’essere e l’apparire, è sempre sottilissimo e quindi è facile smarrire l’orientamento. Ma la stella polare di questo EP è Populous; il producer salentino, infatti, amalgama le varie trame musicali, plasmando quelle che sono energie, vibrazioni e sonorità primordiali e disgiunte, in un magma vivido, fluido ed omogeneo. Un nuovo organismo, attraente ed accattivante, frutto della reazione tra passato e presente, tra narrazioni umane indipendenti le une dalle altre, che evolve, in maniera spontanea ed imprevedibile, verso atmosfere cinematiche, in continuo bilico tra la sfera delle sperimentazioni di matrice math e post-rock e quella tradizione melodica più strettamente connessa a dinamiche e contenuti indie-pop.
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