domenica, Dicembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

The Catastrophists EP, Tom Morello & The Bloody Beetroots

Da un lato Tom Morello, dall’altro le sonorità aggressive, grintose ed elettroniche dei Bloody Beetroots ed al centro il nostro mondo, il suo incerto futuro, i suoi fantasmi passati. La voce di Tom è profonda e sofferente e ben si adatta alle atmosfere, ossessive e vibranti, della band italiana. Le chitarre sono perennemente minacciose, i bassi incisivi e la sezione ritmica incalzante. 

“The Devil’s Infanty” mette, infatti, immediatamente, le cose in chiaro: l’obiettivo è quello di evidenziare tutte le falle e le mancanze del sistema neo-liberista che governa il pianeta, l’accattivante e ballabile groove elettronico è solo un mezzo, oltre il dance-floor c’è un messaggio politico preciso. Non è ammessa alcuna tregua, nessuna distrazione, nessun passo indietro, il brano successivo, “Radium Girls”, che vede la partecipazione anche delle Pussy Riot, esplode come una bomba al fosforo nelle nostre vite, tutte così simili tra loro, tutte così piatte ed omologate, mettendole a soqquadro, devastandole nel profondo e mostrando come non sia affatto vero che non abbiamo più tempo per noi, per le nostre passioni, per coloro a cui vogliamo bene. Il tempo è qui, basta prenderselo ed utilizzarlo come ci pare, senza preoccuparci di servire il padrone e di farci ammazzare nelle sue pericolose fabbriche, inoculando veleni mortali ed altre sostanze tossiche, erroneamente convinti che i nostri orizzonti debbano necessariamente essere una dannata catena di produzione, gli ingranaggi di qualche strano macchinario, lo schermo lucente di un computer o queste invisibili radiazioni che ci stanno uccidendo in silenzio.     

“Lightning Over Mexico”, “Keoo Going”, “Weather Strike (The Bloody Beetroots Remix)” continuano a muoversi nel solco dell’impegno e dell’attivismo politico di Tom Morello, mescolando generi e atmosfere musicali diverse: passando da un intreccio tra rap ispanico e country del primo pezzo, al blues del secondo, per finire con le sonorità incalzanti e punkeggianti dell’ultima canzone. Non esistono compartimenti stagni, non esistono strade predefinite, ma ogni singolo elemento sonoro, ogni assolo, ogni parola, ogni beat, è messo a disposizione della causa: dare voce a tutti coloro che non ne hanno, ricordare quelli che sono scomparsi e far sentire meno soli tutti quelli che stanno continuando a lottare per rendere questo mondo un luogo più pulito, più giusto, più libero e più pacifico. Ed intanto “Mary Celeste” ci rammenta che abbiamo un’anima.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.