Apparat, alias Sascha Ring, è riuscito nell’intento di mettere assieme accattivanti trame elettroniche, atmosfere oniriche e visionarie tipiche delle colonne sonore teatrali e cinematografiche, il fascino oscuro e dannato dei club underground, una vasta conoscenza musicale che gli consente di dare vita anche a straordinari dj-set e soprattutto, come abbiamo potuto ammirare anche ieri sera, nello splendido e suggestivo scenario del Belvedere di San Leucio, la capacità di mescolare ed amalgamare sonorità, elementi, strumenti sia digitali, che analogici.
Uno spettacolo che sprizza entusiasmo e passione, senza mai perdere il perfetto equilibrio tra la sua anima più romantica, magmatica ed umana e quella, invece, più sintetica, razionale e distaccata; un equilibrio che produce un’esperienza sensoriale unica, sublime e melodica, nella quale ai passaggi più ritmici e ballabili, si alternano momenti più riflessivi, sperimentali e onirici che strizzano l’occhio alle sonorità di matrice post-rock, nonché ad un approccio esistenzialista nei confronti di quella che è la nostra vita, tentando di colmare con la musica quel vuoto che, sempre più spesso, ci allontana gli uni dagli altri e ci fa sentire irrimediabilmente soli, soprattutto in un mondo ancora sconvolto dalla recente pandemia.
Questo spettacolo ha il potere di renderci meno estranei, meno ostili, nonostante, ormai, le nostre esistenze vengano scandite soprattutto dalla diffidenza, dal timore e da uno sfrenato bisogno di emergere e di dominare il prossimo. Apparat, anche attraverso la riscoperta e la rivisitazione di atmosfere più orientate e più vicine al rock elettronico e cinematico, offre una visuale della realtà più collettiva e naturalista, liberandoci da quegli schemi mentali che, sovente, limitano le nostre scelte. Ciò conferisce una certa dose di drammaticità ed oscurità allo show, un’irrequietezza ed un bisogno continuo di ricerca e di evasione che erano presenti anche in “LP5”, il suo ultimo lavoro discografico, e che, dal vivo, in serate nelle quali il pubblico è notevolmente attento e partecipe – nonostante tutte le restrizioni dovute al Covid – assumono una consistenza, un’energia e un’urgenza ancora più intense, tali da rendere il concerto un’esperienza davvero eccezionale, non solo dal punto di vista strettamente tecnico e musicale, ma anche e soprattutto a livello emozionale, percettivo ed intellettivo, riducendo così quel carico di tensione, di ansia e d’irrazionalità che, ormai, condiziona in negativo la nostra fragile quotidianità.
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