Side-Line Magazine è recentemente tornata con una delle sue accattivanti compilation: ben 44 brani intrisi di sonorità oscure, vibranti, taglienti e drammaticamente romantiche, provenienti da tutto il mondo, a rimarcare il fatto – casomai ve ne fosse ancora bisogno – che, volenti o nolenti, nel bene e nel male, nonostante tutte le contraddizioni e le derivanti tensioni, le nostre esistenze sono intimamente connesse e non hanno più senso i muri, le barriere o i limiti che costruiamo per poter tenere separate le persone e magari per poter garantire benessere, tranquillità e sicurezza solamente da una parte del confine.
Il mondo globale e la sua infrastruttura virtuale costruita dal web, ci hanno più volte mostrato che o questo benessere, questa tranquillità, questa sicurezza, sono comuni oppure non esistono. Non potremo mai sentirci al sicuro, nemmeno sul comodo divano del nostro bel salotto, figuriamoci tra le strade caotiche e frenetiche delle nostre città. “Post-Punk (Genesis)” affonda, di conseguenza, le sue ritmiche più o meno punkeggianti, più o meno darkeggianti, più o meno sintetiche, più o meno elettroniche, nel contesto fluido e mutevole dei tempi moderni; non offre riferimenti certi, non addolcisce la pillola, non ci prospetta alcun futuro paradiso terrestre, ma ci mette davanti alla cruda realtà, offrendone – grazie alle diverse band che partecipano al progetto e alle loro diverse, a volte contrastanti, esperienze di vita, nonché alle diverse provenienze geografiche – svariate e interessanti visuali.
Visuali dalle quali, comunque, emerge il desiderio di unire gli sforzi, di separare le distanze fisiche, di mettere da parte le diversità dovute al contesto sociale, lavorativo, economico, tradizionale o familiare in cui siamo vissuti, per trovare un terreno di scambio, di dialogo, di contaminazione, di coesistenza e quindi di crescita comune, che è, appunto, quello dell’arte e della musica. In particolare della musica punk, che – al di là delle sue diverse declinazioni stilistiche, al di là del suo contenuto o non-contenuto politico – rappresenta uno sforzo che parte dal basso, dalle persone comuni – spesso da quelle che preferiscono vivere ai margini o lungo i bordi della nostra società – guardando più al contenuto, che alla forma, agli schemi e ai modelli di bellezza e di perfezione che i social network tentano di imporre a livello globale, piegandoci – anche dal punto di vista musicale – ai medesimi omologanti e narcotizzanti standard.
Ma non temete, perché finché ci sarà il punk ci sarà sempre speranza.
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