Carne e metallo, connessioni elettriche e neuronali, il battito di un cuore alimentato da pile nucleari, incroci stilistici ed umani che ci mostrano, se ce ne fosse ancora bisogno, come il mondo attuale si sia rimpicciolito e possa rientrare, perfettamente, in una sala da ballo e come le persone – anche quelle che si considerano distanti, potenti e intoccabili – siano, in realtà, intimamente connesse tra loro, per cui è inutile, nonché estremamente dannoso, continuare a dividere, a giudicare, ad estromettere, a marginalizzare, a vietare, a bloccare, disegnando limiti, barriere e confini che, in realtà, non hanno più alcun senso e che non fanno altro che renderci più alienati, più arrabbiati, più cattivi, più violenti.
Una poesia di Hemingway risuona nelle nostre coscienze addormentate, quasi fosse un grido d’allarme: ogni verso che lasciamo scorrere invano ci rende più soli, più indifferenti al dolore altrui, più convinti di essere dalla parte della ragione, della giustizia, di Dio, considerando, di conseguenza, tutti gli altri nel torto, nel peccato e nell’errore. L’isolamento è una creatura subdola e paradossalmente, proprio in tempi come quelli che stiamo vivendo, nei quali la rete informatica e la tecnologia sembrano essere al centro delle nostre esistenze, è più facile restare soli, perché è più facile inculcare menzogne nei cuori e nelle menti delle persone e spingerle a diffidare, a temere, a isolarsi, ad odiare.
Dunque, è proprio così, non c’è da fidarsi del sorriso finto dell’uomo bianco; non c’è da fidarsi di chi utilizza la politica per controllare il tuo tempo e le tue scelte; non c’è da fidarsi di chi vede in un muro l’unica strada possibile per garantire sicurezza; non c’è da fidarsi di chi ritiene le guerre un utile strumento per garantire la democrazia; di chi ammazza per fare giustizia; di chi ruba le tue migliori energie nel nome della tua stessa libertà; di chi distrugge le bellezze del creato nel nome del benessere e del profitto; di chi cancella la morte, la malattia, il dolore, la sofferenza per sentirsi più vivo, ma in realtà non lo è, non lo è mai stato, non potrà esserlo mai.
Comments are closed.