“I’ll Be Your Mirror” è una compilation tributo dedicata ai Velvet Underground, dalla quale Sharon Van Etten ha pubblicato, in anteprima, il proprio contributo registrato assieme ad Angel Olsen, ovvero la cover aggraziata e spinosa, melodica e dolente, di “Femme Fatale”, che, nella suggestiva versione delle due artiste americane, assume le sembianze di un fragile raggio lunare; di un mondo intimo e racchiuso, che, nonostante sia in pace e armonia con sé stesso, con i suoi naturali riverberi e le sue intimistiche vibrazioni di matrice synth-pop e indie-folk, sa benissimo che ha necessità di evadere dalla propria rassicurante bolla e recuperare gli indispensabili feedback, le passionali connessioni, le formative distorsioni, che solamente il mondo esterno può donarti.
Un mondo che – proprio come una donna fatale – ti può spezzare il cuore, ma è il solo luogo nel quale si può diventare più forti, acquisendo una maggiore consapevolezza di sé, dei propri sentimenti, delle proprie idee e di come realizzarle, anche quando ogni tua sicurezza – come è accaduto con la recente pandemia – sembra venir meno.
Questa cover risuona, quindi, del bisogno di confrontarsi con gli altri, insito nella natura umana e parte di quell’agognata normalità che – nonostante le evidenti mancanze politiche, nonostante gli atteggiamenti spesso opportunistici e individualistici di tante parti in gioco, nonostante il clima generale di rabbia, violenza e intolleranza che si respira nel mondo – stiamo tentando, ingoiando bocconi molto amari, di recuperare e difendere dalle tante menzogne e fake news, create ad arte, per rendere le persone più diffidenti, più impaurite, più sole e quindi più facilmente influenzabili, manipolabili e controllabili.
Ma almeno adesso possiamo andare fuori, possiamo riprenderci il nostro tempo, possiamo tentare di fare meglio di quanto abbiamo fatto nel recente passato e soprattutto possiamo e dobbiamo tenere gli occhi aperti, guardandoci da tutti i pericolosi pagliacci che, con le loro facili provocazioni, con i loro finti sorrisini di circostanza, con le loro suadenti moine, con la loro apparente e fasulla bellezza, tentano di compiacerci, di abbindolarci, di rinchiuderci in un banale e trascurabile dettaglio, facendoci perdere di vista, di conseguenza, tutto quello che c’è ed accade attorno a noi, in particolare ciò che altri stanno decidendo e mettendo in pratica sulla nostra pelle.
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