giovedì, Novembre 21, 2024
Il Parco Paranoico

Sine Metu, Gli Ultimi

Mik Brigante Sanseverino Ottobre 7, 2021 Dischi Nessun commento su Sine Metu, Gli Ultimi

“Sine Metu” è un crudo, energico e grintoso risveglio dal torpore, dall’immobilismo e dall’isolamento esistenziale provocati dalla opprimente camicia di forza che la politica dei peggiori ci ha costretto ad indossare, convincendoci che sia più utile e più conveniente vivere questa favola narcotizzante dell’andrà tutto bene, piuttosto che accettare quella che è la cruda e violenta realtà.

Una favola ideata per coprire e nascondere i disagi e i conflitti che stravolgono la nostra bella società del “politicamente corretto” e farci credere che questo sia il migliore dei mondi possibili. Eccoli, dunque, i cattivi maestri citati dagli Assalti Frontali, quelli che ci costringono in un angolo, obbligandoci ad accontentarci solo delle loro menzogne, privandoci della vera conoscenza e di conseguenza della nostra vera libertà, costringendoci a chiudere tutti i nostri sogni e tutte le nostre passioni in un cassetto, riducendoci a un mucchio fumante di guai, di schiaffi, di pugni, di calci, di tafferugli, di atroci e dolorose sconfitte, di scelte puntualmente sbagliate. Di un eterno e immutabile presente segnato dalla paura, dall’odio e dalla precarietà.

Ma sarà davvero questa, per sempre, l’unica nostra condizione possibile? Quella prodotta delle loro leggi ingiuste e delle loro brutali forze di polizia, quella nascosta nelle loro banche e nei loro centri commerciali, quella che nega diritti fondamentali come il diritto al lavoro, alla salute, alla sicurezza, al futuro, riducendo ogni sentimento, ogni emozione, ogni idea ad una banale faccina sorridente, ad un pollice alzato, ad un effimero “like”?

Altrimenti, le alternative sono il silenzio, la solitudine, il disprezzo, l’umiliazione, magari un brigadiere che apre una finestra e, in un attimo, Pinelli, Lanfranco, io, te andiamo giù. Gli Ultimi, intrecciano sonorità di chiara matrice punkeggiante provenienti dagli anni Novanta – street, hardcore, ska ed oi! – con frasi ad effetto e un accattivante e ritrovato gusto per la melodia, ma senza tralasciare la rabbia ed il dolore di coloro che vivono ai margini – a Ramallah, Kabul, Damasco, nelle periferie delle nostre città, lungo i muri di confine, rintanati nelle loro case prigione, reclusi in un mutuo perenne sul proprio futuro, in balia delle onde di un mare in tempesta – spronandoli a essere un corpo solo, una voce sola, un solo respiro, perché l’unità e la solidarietà sono l’unica possibilità che i più umili, i più fragili, i più deboli, i più poveri hanno per assaltare quel cielo a cui una minoranza boriosa, ricca e potente di poche persone nega ed impedisce ogni accesso. 

Andare avanti, allora, e farlo sempre senza paura, senza farsi intimorire dal tempo e dall’età, dal vuoto e dalla distanza, dagli ingranaggi di un sistema mediatico, economico e politico che si nutre di falsi miti, di finti eroi e soprattutto di sogni e di promesse infrante.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.