L’amore, spesso, è contraddittorio, sentiamo di averne un fottuto bisogno, lo cerchiamo e quando, finalmente, lo abbiamo a portata di mano, ci sentiamo oppressi, schiacciati, soffocati e, di conseguenza, preferiamo riprendere, da soli, il nostro cammino. Pensiamo di essere dannati, ma, tutto sommato, ci piace restare in questa condizione, ci piace rimanere in bilico, ci piace vedere da vicino com’è fatto l’inferno, perché è proprio da questi stati emotivi che prendono vita gli energici e combattivi riff della band australiana.
Accade tutto in un polveroso incrocio di sonorità punk, blues ed indie-rock, che non disdegnano affatto ritornelli e linee melodiche più accattivanti, senza mai dimenticare quella che è la loro natura primordiale, elettrica e selvaggia, la quale – come una tempesta improvvisa – si abbatte sui placidi lidi dei nostri comodi salotti, sulle nostre menti intontite, sulle nostre esistenze conformi a schemi e modelli prestabiliti che colpevolizzano ogni espressione di dissenso e ogni tentativo di divergenza da quelle che sono le politiche economiche, lavorative, sanitarie, sociali, familiari attese.
La componente dinamica di “Comfort To Me” è fondamentale. La band, infatti, accelera e rallenta a proprio piacimento, lasciando intravedere agli ascoltatori i preziosi ed incantevoli orizzonti ai quali abbiamo rinunciato nel nome di una finta sicurezza e di un malevolo progresso, per poi avvolgere, nuovamente, ogni cosa con ritmiche aspre, stizzose e sferzanti.
E se volessimo solamente camminare, tranquillamente, nel parco? E se volessimo ascoltare la voce del fiume? E se volessimo, semplicemente, fissare le stelle? Purtroppo, ci spingono altrove, tentano in tutti i modi di condizionarci e di sfruttarci e, alla fine, non ci resta che arrenderci e farci fottere oppure mostrare loro il coltello affilato della nostra rabbia. “Hertz”, “No More Tears”, “Snakes” rappresentano una feroce e cruda lettura dei tempi moderni, con la consapevolezza, però, che la tensione accumulata non deve tramutarsi in irrazionale e auto-distruttiva ira, ma deve, piuttosto, essere finalizzata ad allargare le crepe esistenti in modo che un numero sempre maggiore di persone possa, finalmente, rendersi conto di quanto siano aride, povere, solitarie le proprie giornate.
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