Il mondo musicale, spente le luci del palco e spenti gli amplificatori, rispecchia, purtroppo, quelle che sono le regole dominanti della nostra società. Regole che, nonostante il tanto celebrato progresso, restano profondamente esclusive e di stampo prettamente maschilista; regole finalizzate a costruire una società nella quale l’uomo bianco eterosessuale occupi i posti di comando e di controllo più prestigiosi e importanti, marginalizzando, di fatto, le donne e, più in generale, tutti coloro che esprimono una diversità.
Le ritmiche punkeggianti della band californiana manifestano, di conseguenza, il desiderio di imporre una netta discontinuità rispetto a questo visione padronale e monocromatica del mondo, perché fino a quando non consentiremo a chiunque di accedere alla stanza dei bottoni, gli abusi, le discriminazioni e le fottute ingiustizie, su questo pianeta, non avranno mai fine.
Le storie urbane dei Dead Boys ribadiscono, con energia e trasporto, questa appassionata voglia di inclusione e di eterogeneità, mettendo in musica esperienze drammatiche che spesso ti uccidono silenziosamente, come quelle delle violenze e dei maltrattamenti domestici di cui sono, spesso, vittime le donne. La risposta è tutta nei feedback; nelle urla di disperazione; nelle distorsioni e nei suoni spigolosi di “Open Mouth, Open Heart”; nella sua ringhiante tenacia; nelle parole sparate contro i muri di silenzio che proteggono bulli, aguzzini ed assassini; nel salvifico connubio tra vicende, realtà, culture, tradizioni ed idiomi diverse. Intanto la freschezza e la leggerezza melodica delle sonorità punk ed indie rock sono utilizzate per spronare questa maggioranza impaurita di persone, che vengono regolarmente e subdolamente marginalizzate, divise, contrapposte ed estromesse da ogni ruolo decisionale, ad uscire dal proprio distruttivo isolamento e rifiutare quel futuro di disillusione che gli viene cucito addosso, perché nessun futuro, nessun domani, nessun destino è stato già scritto e non esiste nessuna dipendenza, per quanto oppressiva, umiliante e violenta, che non possa essere spezzata.
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