Poche note di pianoforte filtrate attraverso un effetto Leslie si trasformano, meravigliosamente, in impulsi sonori simili ai segnali sonar, ad un’eco remota che si diffonde nelle profondità misteriose e sconosciute del mare, fino a giungere a sollecitare i nostri sensi e, ovviamente, in particolare, quello dell’udito che vediamo abilmente rappresentato sulla copertina del disco: è così, dunque, che nasce “Echoes”. Dal mare, simbolo femminile e materno, simbolo di ciò che è inconscio, ignoto e istintivo.
Ed è su questo mare, all’oscuro di ciò che si nasconde sotto la sua superficie, che si sofferma il nostro sguardo – proprio come un albatro sospeso e immobile lassù nell’aria – non sappiamo cosa esso contenga nel suo grembo, ma siamo consapevoli di dover solcare le acque dell’inconscio per giungere, finalmente, su nuove sponde: un atto di coraggio e di speranza, un viaggio nella nostra stessa psiche legato in maniera inscindibile alle tematiche della nascita, della morte, del rinnovamento, della resurrezione e del risveglio. La vaghezza dei dettagli, i contorni sfumati, le trame blu e verdi e i suoni ancestrali creano, infatti, un’atmosfera onirica, nella quale, però, all’improvviso, dinanzi ai nostri occhi si materializza un’immagine estranea: due sconosciuti, per una qualsiasi delle strade caotiche delle nostre città, si cercano, fugacemente, con gli occhi. “And I am you and what I see is me“, “E io sono te e ciò che vedi sono io“: il bisogno istintivo di riconoscere nell’altro la propria natura umana, la necessaria ricerca pinkfloydiana di empatia che ci deve condurre al superamento di tutte quelle paure, quelle ansie e quei timori nei confronti della diversità, di qualsiasi tipo di diversità. L’ultima immagine è, appunto, simbolica: il solcare il cielo rappresenta la liberazione da tutti gli opprimenti pesi di natura politica, economica e sociale che ci impediscono di essere noi stessi e ci rubano quel prezioso tempo che diverrà uno dei punti focali di “Dark Side Of The Moon”.
Intanto il cielo, con la sua altezza, il suo spazio, la sua sacralità, diviene la meta finale del nostro percorso ascetico, ma anche un simbolo di forza, efficacemente rappresentato dal basso martellante dell’incipit “One Of These Days”, la cui potenza – quella dell’aria, del vento e della tempesta – è in grado di fare, letteralmente, a pezzi tutto ciò che incontra sul suo cammino, seppellendo ogni nostro arido e vuoto artefatto tecnologico sotto una montagna di distorsioni, feedback e delay.
Inizio e fine, dunque, “One Of These Days” e “Echoes”, l’aria e l’acqua, il cielo e il mare, sono indissolubilmente connessi tra loro, le due facce del medesimo gioco, quell’antico “mahjong”, le cui tessere si trasformano negli elementi costitutivi della nostra individualità e permeano quel cuscino di venti che è “A Pillow Of Winds”, avvolgendo gli ascoltatori con suoni molto più morbidi e riflessivi, che evocano nella nostra mente ricordi piacevoli del passato, ma anche una preoccupante e ossessiva inquietudine, dovuta, probabilmente, al fatto che quei momenti ormai sono perduti e non ci resta che andare avanti, tentare di superare la fatidica collina di “Fearless”, simbolo delle pressioni e dei condizionamenti esterni. La moltitudine altezzosa ci guarderà sempre in modo strano e malevolo, trasformandoci, per il proprio diletto e la propria utilità, nell’impavido idiota che sfida la folla sorridendo e soccombendo, di conseguenza, al potere costituito e conservatore rappresentato dal superbo, ostile e insensibile magistrato che aggrotta la fronte. Ci ritroviamo immersi, dunque, in concetti cari alla poetica watersiana, i quali, in un certo senso, anticipano alcune tematiche di “The Wall” e del suo personaggio centrale Pink, alter-ego tanto di Roger Waters – l’idiota che sfida il potere costituito – che di Syd Barrett – l’idiota che sorride alla folla e abbandona una realtà che è sempre più stretta, tossica e nociva.
Pubblicazione: 31 ottobre 1971
Durata: 46:49
Dischi: 1
Tracce: 6
Genere: Progressive Rock, Psychedelic Rock
Etichetta: Harvest Records, EMI
Produttore: Pink Floyd
Registrazione: gennaio 1971 – agosto 1971
Tracklist:
1. One Of These Days
2. A Pillow Of Winds
3. Fearless
4. San Tropez
5. Seamus
6. Echoes
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