Benvenuti nella dimensione nevrotica e paranoica nella quale regnano i sintetizzatori e queste convulse e maniacali sonorità post-punk che ricordano da vicino gli anni Ottanta: è un mondo strano quello nel quale ci stiamo addentrando; un mondo dove chi ha troppo esige ancora di più e chi ha poco deve cedere, necessariamente, tutto quello che ha; e intanto non importa se le foreste si trasformano in aridi deserti, se i mari diventano cimiteri, se la plastica ci travolge, se gli equilibri della natura vengono pericolosamente alterati, se spuntano ovunque muri, barriere e divieti, mentre un virus invisibile è libero di girare come più gli aggrada, mietendo ovunque vittime e rendendoci ancora più schizofrenici, diffidenti e cattivi.
“Expressions Of Interest” è una finestra completamente spalancata su questo mondo strano e ostile, sulle sue insicurezze e sui suoi dubbi, i quali si trasformano nella materia prima con cui la band australiana disegna le sue ritmiche spigolose, decadenti e minimali, perfettamente in bilico tra atmosfere punk e new wave, passando dalle ossessive trame di “Overnight Low” alle micidiali e sintetiche invettive anti-sistema di “Buy/Sell/Trade”.
Un mondo, però, che se lo guardiamo meglio, se riusciamo ad andare un po’ più in là del nostro individualismo, della smania di possesso nei confronti dell’ultimo modello di smartphone o del tempo che sprechiamo, inutilmente, in rete, nutrendoci di merda virtuale e menzognera che non fa altro che annebbiarci la mente e rivestire i nostri cuori di colesterolo cattivo, ci renderemo conto che non è poi chissà quanto diverso dal nostro. Un mondo che è sempre più un cumulo di macerie; “Regular Hours” è il quadro vivido delle nostre vili e misere esistenze; “No Movement” è il triste risultato della nostra incapacità e della nostra arrogante ignavia; “MEDS” è espressione della paura che ci consuma; “Soft Landing” è, purtroppo, l’inevitabile fine del mondo, del nostro fottuto mondo. Quindi, miei cari, è il momento di scrollarsi di dosso queste fobie, di uscire dal tunnel di noia nel quale ci siamo nascosti e prendere il meglio di tutto quello che ci sta attorno, di tutto quello che è stato il nostro passato, di tutto quello che deve essere il nostro futuro.
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