venerdì, Novembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

Museum On The Horizon, Pop.1280

Mik Brigante Sanseverino Novembre 7, 2021 Dischi Nessun commento su Museum On The Horizon, Pop.1280

Siamo nell’abisso, circondanti da suoni angolari e sinistri, mentre forze brutali, caotiche e maligne divorano il nostro mondo, gli ultimi barlumi di umanità, gettandoci in una sorta di “medioevo prossimo venturo” nel quale il lato più selvaggio e più istintivo della nostra personalità prende il sopravvento. Il pericolo elettrizza l’aria; ogni scelta può rivelarsi fatale; la tecnologia domina il pianeta; macchine sensienti hanno ridotto in schiavitù gli esseri umani, distruggendo ogni ideale, ogni sogni, ogni aspettativa, obbligandoli ad una folle e crudele lotta per la sopravvivenza.

Il verbo è codice sorgente; un potente linguaggio di programmazione che anima la materia inerme, facendo dell’acciaio, del ferro, delle fibre sintetiche, delle plastiche, del carbonio, dell’alluminio, del vetro, delle terre rare, la nuova, malevola e indistruttibile carne. Tutto ciò alimenta queste sonorità elettroniche e industriali, si trasforma in atmosfere noise e post-punk intrise di torbido groove, in una narrazione rumorosa e claustrofobica, ma assolutamente avvincente, che rapisce gli ascoltatori, lasciandoli in balia di questo distropico, terrificante e alienante futuro.

Ma, allo stesso tempo, al di là dell’artificiale muro del suono costruito dai Pop.1280, suadenti trame synth-pop, più calorose e più morbide, vibrano sotto la superficie increspata di “Museum On The Horizon”, guardando sia alla spensieratezza della new wave anni Ottanta, sia alla speranza insita nella natura stessa dell’uomo: possiamo, certamente, sbagliare; possiamo, sicuramente, piegarci; ma non ci spezziamo. Un minuscolo seme può fare tanto, anche se adesso è nascosto e immobile nel gelo umido della terra, così come possono fare tanto le luminose e fiduciose trame pop celate di brani come “Not To Deep” o “Human Factor”. Esse sono nascoste nel ventre oscuro del Male, ma la vita, però, sa essere più forte; è questo il messaggio che ci dona la band americana, la vita è più forte perché può rinascere anche da un vuoto e arido grembo di metallo.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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