lunedì, Novembre 25, 2024
Il Parco Paranoico

Business, The Doubtful Bottle [video in esclusiva!]

Oggi, più che mai, avvertiamo il bisogno di piacere agli altri; è sufficiente un “like” in più oppure in meno per influenzare la percezione che abbiamo di noi stessi; per sentirci accettati o meno da questa società, così fortemente competitiva, nella quale la rete globale, con tutte le sue piattaforme social, ci mette in continuo e snervante confronto con gli altri, spingendoci a mostrate tutto quello che stiamo facendo: un viaggio, una cena, una festa, una passeggiata, un concerto.

Fisicamente siamo lì, ma in realtà mentalmente non ci siamo; la nostra attenzione, il nostro impegno e le nostre energie sono totalmente concentrate sulle foto, i video, i post, le “storie” che intendiamo pubblicare online e con le quali cerchiamo, disperatamente, l’approvazione altrui. Approvazione che, se viene a mancare, ci fa sentire esclusi ed emarginati.

Un’ossessione che è radicata, da sempre, negli istinti primordiali dell’essere umano: in fondo, se ci pensiamo, essere estromessi dalla tribù equivaleva a morire di stenti. Un’ossessione che oggi non ci permette di vivere la realtà per quello che è, imprigionandoci in una dimensione virtuale alternativa che ci obbliga a seguire i medesimi schemi comportamentali; ad omologarci alle stesse idee; a condividere le stesse opinioni; a sposare gli stessi canoni estetici; a venerare, supportare ed invidiare questi finti eroi moderni – gli “influencer” – di cui bramiamo il potere, la ricchezza e il successo.

Siamo disposti a tutto pur di raggiungere l’obiettivo finale, anche a mentire, a rinunciare alla nostra individualità, alle nostre passioni, alle nostre scelte, alla nostra libertà – quella vera.

The Doubtful Bottle mettono al centro del nuovo brano pervaso da sonorità indie-rock, “Business”, la spirale ossessiva e maniacale che trasforma le nostre vite, la nostra intimità, i nostri sentimenti in merce da barattare sul web per ottenere approvazione, visibilità e consenso. E, ovviamente, quando non ci riusciamo come vorremmo, la tensione nervosa ci consuma, lo stress esplode dentro di noi come fosse una bomba atomica, travolgendo e distruggendo ogni aspetto delle nostre esistenze reali: il lavoro, gli amici, gli affetti, la famiglia, il partner.

Noi siamo, allo stesso tempo, produttori, ma anche consumatori di queste informazioni artificiali, le quali, col passare del tempo, vista la mole sempre più enorme e variegata a nostra disposizione, diventano banali e prevedibili e quindi perdono di valore, per cui, per catturare l’attenzione degli altri, gli spettatori, avvertiamo la necessità di rinunciare a dosi sempre maggiori della nostra intimità, assumendo persino atteggiamenti aggressivi e violenti contro coloro che tendono a staccarsi da questa omologante uniformità esistenziale. Creiamo e diffondiamo menzogne di ogni tipo, pur di suscitare interesse, ma è chiaro che si tratta di un gioco a perdere, di un vero e proprio calvario che ci renderà sempre più soli, più tristi, più frustrati, più finti e più cattivi.

Ma a pensarci bene, ci farebbe davvero così male essere noi stessi? Sarebbe davvero così brutto essere sinceri con noi stessi e con gli altri?

“Would it hurt you to tell the truth?”

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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