Atmosfere chiaramente ispirate agli anni Ottanta, nelle quali i sintetizzatori creano trame, paesaggi ed arpeggi cinematici, in un equilibrio dinamico di impegno e di bisogno di evasione. Sentiamo, infatti, la necessità di costruire rapporti sociali, di stringere relazioni affettive ed amicali, di aprirci al mondo esterno, ma, allo stesso tempo, viviamo un presente nel quale quelli che, un tempo, erano comportamenti e atteggiamenti assolutamente normali e naturali, oggi, assumono contorni estremamente minacciosi e sinistri, suscitando, spesso, fastidio e preoccupazione nelle persone che ci stanno attorno.
“A Way Forward”, nonostante le sue sonorità guardino, in parte, anche al passato, è intrisa, con forza e drammaticità, nella nostra epoca, nel cupo senso di insoddisfazione che opprime le nostre giornate, in quell’amara malinconia che si avverte ascoltando “Wounds of Love”, nella dolce tristezza di “Miranda”, nella pericolosa assuefazione di “The Grey Commute”, nella sua lotta impari contro un modello di sviluppo e di esistenza basato esclusivamente sul materialismo, sulla brama di possesso, su una sfrenata ed irragionevole corsa verso la superficialità e le apparenze.
Per ottenere cosa in cambio? Violenza, semplicemente violenza; una violenza ottusa e fine a sé stessa che ci svuota e ci consuma e quando non serviremo più a nulla, quando ci ammaleremo o invecchieremo, ci emarginerà e ci cancellerà per sempre, perché nell’inferno del capitalismo non può esistere la vecchiaia, non può esistere la malattia, non può esistere la debolezza, non può esistere la morte. Le trame synthwave della band americana sono concepite, invece, per spronarci a sceglire una direzione diversa, non più obbligata e lineare, ma obliqua, in armonia con le nostre passioni, con una visione punkeggiante e DIY dell’esistenza, per ricordarci i Clash e i New Order, i Ramones e i Joy Division, per rammentarci cos’eravamo prima che l’emergenza ci obbligasse a nasconderci nelle nostre piccole tane virtuali, rinunciando ad ogni idea, ad ogni giudizio politico, ad ogni modello alternativo di progresso, ad ogni analisi critica della società di cui siamo parte.
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