“See Through You” segna il ritorno della band americana al feroce romanticismo shoegaze delle origini, spronando gli ascoltatori a seguirli in un viaggio di liberatorio e malinconico rumore, che, non dimentica quelli che sono i bisogni e le necessità primordiali degli esseri umani, ad iniziare dall’amore puro, incontaminato e disarmante di “Let’s See Each Other”; un amore al quale viene contrapposto l’ossessivo e alienante materialismo che, sempre più spesso, contraddistingue le nostre esistenze metropolitane.
Stiamo, infatti, costruendo una sorta di futuro-bara nel quale ogni scelta, ogni azione, ogni parola è sempre caratterizzata da un prezzo da pagare, da un indispensabile guadagno, da una specifica utilità, da una determinata convenienza, dimenticando così quelli che erano i nostri sogni, le nostre fantasie e i nostri ricordi. Essi, però non possono scomparire nel nulla, ma vengono trasformati nel carburante emozionale col quale alimentare il motore noise-rock e psichedelico degli A Place To Bury Strangers.
I tredici brani di questo nuovo disco sono fatti di improvvisi cambi di direzione; di momenti di cruda elettrificazione post-punk; di visioni mistiche; di passaggi cupi e drammatici; della morsa mortificante e brutale della follia; del desiderio di sperimentare, scoprire, conoscere che, da sempre, spinge uomini e donne ad andare al di là dei propri limiti mentali, delle proprie irrazionali paure, delle disumane barriere artificiali che il sistema di potere economico, militare e politico dominante impone sul nostro cammino. “See Through You” è la risposta a questo morboso e statico immobilismo aggravato dalla recente crisi sanitaria; una risposta fatta di fuzz e riverberi, di feedback e melodia, di suoni atmosferici e caleidoscopici, della voglia di incontrarsi, di ritrovare tutti i nomi che avevamo smarrito, di gioire assieme dello stesso vino, degli stessi brividi, dello stesso passato e soprattutto dello stesso futuro.
“Nice Of You To Be There For Me”, “Ringing Bells”, “Anyone But You”, “Broken” guardano, con rinnovata energia, a questo futuro, auspicando il ritorno a quell’emotività fragile e spontanea che abbiamo rinnegato, finendo stritolati, di conseguenza, dalle ombre e dai fantasmi della diffidenza, dell’invidia e della solitudine che hanno reso vuote e terribilmente precarie le nostre esistenze, facendo sì che sprofondassimo in un abisso di scatti rabbiosi nel quale non esiste alcuna passione, alcuna generosità, alcuna tenerezza. Tutto ciò che possiamo e dobbiamo fare adesso è, dunque, essere in grado di guardare oltre noi stessi, oltre ogni egoismo, oltre ogni individualismo, oltre ogni personalismo.
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