La realtà è duplice e si manifesta in una metà maschile e una femminile: principi che si mostrano in opposizione di fase tra loro, ma che sono, allo stesso tempo, necessariamente complementari e quindi indispensabili l’uno all’altro, tramutando, magicamente, l’antitesi apparente in sintonia, in modo tale operare all’unisono e permeare, con la loro essenza, l’intero Universo, in un susseguirsi interminabile di addii e di incontri, di inverni e di primavere, di luce e di buio, di spirito e di materia, di acqua e di fuoco, di cielo e di terra, di inizio e di fine che consentono alla vita stessa di rigenerarsi e di essere più forte degli errori, delle colpe e delle follie umane.
Ed è così che anche dall’oscurità di questi tempi così virali, dal vuoto pandemico che ha risucchiato, per due anni, le nostre passioni e le nostre certezze, spezzando ogni relazione e ogni rapporto sociale, affettivo, lavorativo o artistico, Paolo Messere e Matteo Anelli danno vita a un progetto che vuole dare consistenza sensoriale, percettiva e sonora all’intreccio di quelle trame maschili e femminili che è alla base dell’esistenza.
La sfera maschile appare più lenta e riflessiva, le atmosfere di matrice darkwave vengono contaminate da elementi psichedelici che guardano all’Oriente, al Sole che sorge per combattere le ombre e i fantasmi che minacciano “Masculine” e che tentano di confondere e intorpidire i nostri pensieri e le nostre idee. La sfera femminile, invece, ha una maggiore predisposizione armonica, gli elementi cinematici prendono il sopravvento, donando un prezioso e melodico equilibrio dinamico a “Feminine”, consentendoci di ritrovare la nostra isola perduta – la materna ed ancestrale Sicilia – e mettere così fine al nostro vagare errabondo attraverso miti che sono temporanei e artificiali, nonché al deterioramento materialista del nostro tempo, alla dispersione virtuale di quelle che sono le nostre migliori energie.
La forza maschile, dunque, ci ha permesso di uscire dalle tenebre, di spezzare il fatale legame con la notte, di ritrovare il cielo terso sul quale proiettare e visualizzare le nostre fantasie, i nostri sogni e i nostri progetti, ma è la forza femminile che ci ha reso possibile mettere ogni elemento a fuoco, facendoci ritrovare la pace necessaria e soprattutto la capacità di percepire il mondo che abbiamo attorno. Un mondo la cui voce è quella del cambiamento, di cui noi stessi siamo parte e perciò non deve spaventarci, ma dobbiamo, invece, averne piena e concreta consapevolezza in modo tale che le nostre scelte e le nostre azioni abbiano il potere di renderci migliori, di farci sentire appagati, di sconfiggere il tocco mortale del vuoto che brama distruggere il Creato.
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