giovedì, Novembre 21, 2024
Il Parco Paranoico

Memoria, Trentemøller

Mik Brigante Sanseverino Febbraio 14, 2022 Dischi Nessun commento su Memoria, Trentemøller

“Memoria” è una porta aperta su una dimensione nella quale il nostro passato si mescola a sogni ed aspettative future, rendendoci più accettabili e più sopportabili tutte le anomalie, i patemi e le sofferenze del presente. I riverberi morbidi delle chitarre e dei sintetizzatori costruiscono il sentiero sonoro da seguire: “Veil Of White” è una morbida e piacevole transizione che ci purifica dalla frenesia e dal caos dei tempi moderni e ci sprona a sentirci parte delle trame oniriche e magnetiche di “Darklands”, il cui tocco riflessivo e crepuscolare evolve, magicamente, con naturalezza, nelle pulsazioni più convulse ed energetiche di “Glow”, nel suo liberatorio vento strumentale, consapevoli che “When The Sun Explodes” soffierà via, finalmente, con il suo vibrante miscuglio di ambientazioni elettroniche e ritmiche techno minimali, ogni minaccia e ogni inquietudine dal nostro personale orizzonte.

Il nuovo album dell’artista danese resta, comunque, in bilico tra la veglia ed il sonno, tra il bisogno di ritrovare la pace perduta e le pulsioni rabbiose che abbruttiscono e sconvolgono il nostro mondo; brani come “All Too Soon”, “In The Gloaming” o “Dead Or Alive”, intrisi di passaggi più rockeggianti, sia di matrice dream-pop, che di matrice post-rock, sono, infatti, coscienti delle forze negative che bramano costruire un modello di società ostile, egoista, violento ed intollerante. A questa visione cruda e glaciale dell’esistenza si contrappongono le sonorità ambientali di “A Summer’s Empty Room”, le quali riportano le nostre fantasie, le nostre emozioni e i nostri pensieri verso modelli emotivi, razionali e musicali più morbidi, più avvolgenti e più calorosi. 

“Memoria” è un disco fortemente eterogeneo: dream-pop, dance, elettronica, post-rock si confondono e si sovrappongono tra loro, si attraggono e poi si respingono, sullo sfondo dinamico, accattivante ed accogliente dei nostri ricordi più piacevoli, di voci sbiadite, di echi malinconici e di amorevoli visioni, la cui unione è certamente superiore alla somma delle singole parti, per cui esse ci aiutano a non smarrire la necessaria speranza, ad orientarci nel buio e a ritrovare, ogni volta, quel sentiero che, altrimenti, verrebbe inghiottito dalle voraci ed affamate tenebre della notte. Esse, infatti, bramano nutrirsi della nostra memoria, ovvero della nostra essenza più intima e significativa, delle nostre idee e dei nostri progetti, svuotandoci così delle esperienze passate e delle prospettive future ed obbligandoci a strisciare in un eterno, freddo e scialbo grigiore, ritrovandoci ogni giorno più vuoti, più apatici, più stanchi e più soli di quanto ci sentissimo il giorno precedente. Ma avrebbe ancora senso, in un mondo così, senza più memoria, senza più coscienza, parlare di ieri, di oggi o di domani?  

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.