Erano le 4 del mattino del 17 Aprile del 1944, tremila soldati nazisti – con in testa il colonnello Kappler – accerchiarono il quartiere romano del Quadraro, non si poteva più entrare, non si poteva più uscire. I Tedeschi volevano ripulire, una volta per tutte, quello che per loro era un “nido di vespe”, il rifugio di oppositori e di partigiani, di tutti quelli che cercavano di resistere e combattere l’occupazione nazista di Roma e dell’Italia. Operazione Balena, la chiamarono, dicevano fosse un’operazione militare di polizia atta a rendere più sicura e pacifica la città; un migliaio di persone – definite “operai italiani volontari” – furono deportate nei campi di concentramento nazisti tedeschi e polacchi, la maggior parte di loro non tornò più a casa.
Sono le 4 del mattino del 24 Febbraio 2022 il presidente russo Putin, in un discorso strabordante inaudita violenza, ipocritamente registrato solo qualche giorno prima, dichiara che ha avuto inizio un’operazione militare speciale per rendere più sicura e “de-nazificare” l‘Ucraina, una nazione sovrana, che piomba così, in maniera brutale, in un incubo che si pensava sepolto nel remoto passato.
Come un tempo fecero i nazisti, quelli veri, quelli in carne ed ossa, oggi, i militari russi portano la guerra ovunque, in ogni città del paese, costringendo le persone a scappare, a nascondersi nelle metropolitane o in case che sentono sempre più fragili ed insicure, rinunciando alla propria quotidianità fatta di lavoro, di famiglia, di affetti, di scuola: una non-vita che si riduce alla trepidante e timorosa attesa di un’altra sirena, un altro missile, un altro scontro, un’altra esplosione, un’altra morte ingiusta.
E noi, purtroppo, oggi ci sentiamo impotenti dinanzi a questa guerra infame nel cuore dell’Europa; una guerra che non è solamente figlia dell’arroganza, della spregevolezza e della follia del presidente russo, ma è soprattutto il risultato di quelle pericolose politiche nazionaliste, autoritarie e populiste che, sempre più spesso, utilizzano la violenza, la menzogna e la repressione per costruire il proprio consenso interno, per demolire e ridurre al silenzio ogni forma di dissenso e per consolidare, alla faccia dei più poveri, dei più deboli e dei più emarginati, il proprio potere e le proprie ricchezze.
Stamattina Putin ha fatto guerra al mondo libero, non solo all’Ucraina. Ha fatto guerra al prossimo, minacciando, con prepotenza hitleriana, chiunque tenti di fermarlo o ostacolarlo.
Cosa faremo adesso? Come impediremo agli Ucraini di gridare fra le loro lacrime e i loro lamenti? Come impediremo agli Ucraini di cadere come cadono gli innocenti?
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