I Bodega affondano il proprio tagliente ed irriverente coltello sonoro nel ventre molliccio della società moderna, prendendo per il culo sia il suo finto, dolciastro e ipocrita buonismo, che le sue scialbe, arroganti e retoriche posizioni intellettualoidi, mentre, intanto, le persone comuni se ne fregano e continuano a tenere gli occhi bassi sulle loro nuove app.
Sullo sfondo, intanto, sfrecciano le frenetiche esistenze di New York City, che continuano ad essere schiacciate dalle solite opprimenti ossessioni: i soldi, il lavoro, Dio, la tecnologia, il potere, il successo, i social, tutto quello che possiamo acquistare su Amazon, mentre il tempo a nostra disposizione diventa sempre più limitato e finisce per essere risucchiato dal maledetto scrolling dei nostri tablet e dei nostri smartphone.
Le sonorità di “Broken Equipment” sono intrise di ritmiche post-punk, senza, però, disdegnare e rinnegare quelle atmosfere più melodiche che si trasformano in un liberatorio ed accattivante incitamento alla danza e in una decisa e coraggiosa spinta a leggere la nostra quotidianità con ironia e spirito critico, senza farsi stritolare da tutte quelle idee, quelle teorie e quelle certezze che, giorno dopo giorno, la società neo-liberista piazza sul nostro cammino, nei luoghi di lavoro, nei bar, nelle scuole, nei parchi, nelle chiese e persino nell’intimità delle nostre case, con l’obiettivo di rendendoci impossibile capire chi siamo e cosa vogliamo davvero. In questo modo accetteremo quello che ci suggeriscono e continueremo, di conseguenza, a dannarci l’anima per procurarci ciò che ci dicono ci faccia sentire bene, ci faccia sentire speciali, ci faccia sentire appagati, ci faccia sentire meno soli, magari amati, anche se si tratta di una enorme, evidente, inutile cazzata.
Non esiste un inferno peggiore, probabilmente, di che quello che crediamo sia l’unico paradiso possibile; le trame dance-punk della band newyorkese sono un modo, decisamente utile e positivo, per rendersi conto dell’ostilità morbosa che abbiamo attorno, senza impazzire, senza ammalarsi e senza lasciare che il desiderio di sfuggire al controllo diventi un susseguirsi di scelte, azioni ed eventi violenti.
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