Il futuro è incerto, la fine è prossima, l’aria è carica di tensione, una chimica di matrice post-metal irrompe, con funesta, accattivante e sorprendente intensità, nelle nostre menti dormienti, scaraventandole in una dimensione vibrante ed ancestrale, la cui voce assume la forma di sonorità grunge, noise-rock e progressive metal.
Forse c’è ancora un barlume di speranza, celato tra le pieghe oscure di “Shame”, pronto a manifestarsi, in tutto il suo bruciante ed accecante bagliore, nella tempesta sonica di “Into The Sea”, mentre le onde ci sospingono, inesorabilmente, a varcare le colonne d’Ercole delle nostre solitudini virtuali, dei nostri egoistici sensi di colpa e delle nostre paure più irrazionali, per metterci dinanzi alla cruda ed inesorabile verità. Sapremo accettarla, comprenderla e immaginarne una completamente diversa oppure il panico e la paranoia ci condurranno verso l’abisso finale di “Grave”?
Siamo sospesi su questi riff infetti e taglienti, “Matriarch” è la voce possente di un tempo che non esiste, di uno spazio che non ha valenza fisica, ma i suoi groove colpiscono dentro e fuori di noi, lo spirito e la materia, il presente e il futuro. Il loro tetro abbraccio è l’unico specchio nel quale possiamo intuire quanto sia devastante il vuoto e quanto sia triste doversi sottomettere ad esso, alle sue menzogne, al suo odio, a tutta l’inutile violenza che spargiamo per il mondo, nella assurda e schizofrenica convinzione di fare qualcosa di buono per noi stessi, per quelli che ci sono vicini, per la nostra famiglia, per i nostri amici, per il nostro popolo.
Ma “The Trees, The Trees, The Trees” ci mostra, invece, la realtà drammatica di ferite che continuano ad imputridire e soprattutto di un contagio che si diffonde ovunque: in ogni casa, in ogni città, in ogni tempio, in ogni luogo di lavoro o di socialità, scolpendo un attuale presente di morte nelle nostre carni e nelle nostre essenze e lasciando che parole come “pace”, “speranza” o “avvenire” vengano risucchiate nel più ostile e brutale degli inferni, quello della guerra.
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