Ci portiamo tanti diavoli dentro, nel nostro cuore. Spesso fingiamo di non vederli, di non accorgerci della loro inquietante presenza, ma in realtà li conosciamo tutti, uno ad uno. A volte si chiamano ansia, altre volte frustrazione, peggio ancora quando si chiamano rabbia, alienazione o depressione, ma vi sono momenti – e ieri, al First Floor di Pomigliano d’Arco, abbiamo vissuto proprio uno di questi momenti – nei quali il loro nome assume la consistenza musicale di un urlo liberatorio, di una danza catartica, della riconquista di spazi fondamentali che avevamo, purtroppo, perduto e che continuano ad essere minacciati da ombre e fantasmi ancora più micidiali, spietati e malvagi.
Nulla di diabolico, ma qualcosa che è anche peggio, qualcosa che è insito, in maniera viscerale, nel lato umano della bestia: la guerra con il suo folle carico di disperazione, di torture, di stupri e di morte.
I Devils, invece, esaltano ciò che è vita. Anche ieri sera, con la loro accattivante estetica da B-movie e con la loro potente presenza scenica, trasformano, magicamente, il rumore, le esplosive ondate garage-punk, le frenetiche e martellanti ritmiche batteria-chitarra, in un’arma emotiva con la quale contrastare e sfidare il vero orrore, quello che, quotidianamente, abbiamo attorno a noi. Un orrore che sa essere così subdolo da confondersi con la normalità. Intanto il duo napoletano affonda le sue unghie nel passato più puro e selvaggio del rock’n’roll, abbattendosi, anche a colpi di veemente ironia, contro quelle narrazioni che, dietro al loro intransigente e puritano moralismo, nascondo la solita violenza, il solito razzismo, le solite ingiustizie.
Un male antico e morboso, al quale il blues ha strappato via la maschera e al quale i Devils rispondono con un brano che, oggi più che mai, al di là del velo di nostalgia, esalta la cultura della vita (“Devil Whistle Don’t Sing”), una vita che riuscirà, sempre, ad essere più forte di ogni maledetto virus, di ogni assurdo disastro ambientale, di qualsiasi spirale apocalittica assassini e criminali scateneranno su questo sciagurato pianeta (“Life Is A Bitch”). I diavoli sono tornati, non siamo più soli.
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