La strada è quella che unisce le sonorità di matrice shoegaze e noise-pop con trame verbali ed inclinazioni melodiche di stampo tricolore, senza, però, mai perdere quelli che sono i riferimenti assoluti d’oltre oceano, nonché il sapore accattivante dei rumorosi anni Novanta e le torbide ingerenze del nostro attuale e violento presente. Intanto è in atto una continua contrapposizione tra un sistema che ti esorta a calare il capo, a lasciar perdere e accettare, pedissequamente, le sue verità parziali e la volontà di essere sé stessi, di mantenere la luce accesa, di non scordare i propri scheletri, anche se ciò renderà brucianti ed evidenti le nostre debolezze, le nostre fragilità, le nostre delusioni più dolorose.
Eppure, la band romagnola accetta, con leggerezza e disincanto, ogni errore, ogni intoppo, ogni cielo nero, ogni passo falso, senza alcun timore reverenziale dinanzi alle gloriose e mitiche narrazioni passate, ma tentando di renderle sempre più fluide ed aderenti a ciò che abbiamo nel cuore adesso, a quella che è la nostra prona quotidianità e a tutti i fiumi di pietra che dobbiamo varcare per non perdere di vista e dimenticare le nostre passioni, mentre, nel frattempo, mostruosi tiranni bipolari tentano, in tutti i modi di cui dispongono, di convincerci che il mondo è un luogo orribile e pericoloso e che chiunque incroci il nostro cammino non lo fa per caso, ma è lì per farci del male, per ferire la nostra auto-stima, per giudicarci in modo sprezzante, per portarci via il futuro.
Una preoccupazione moderna, amplificata dal regime mediatico dominante, quella di essere accettati ed amati, quella di dover fare bella impressione, contro la quale i Cosmetic scagliano la loro insofferente e vibrante energia sonora, invitandoci a fregarcene di tutti quegli standard perfezionistici che non fanno altro che alterare e mistificare ogni relazione sociale ed affettiva, le quali, di fatto, non esistono più, in quanto sono state, letteralmente, divorate dall’egoismo, dalla paura, dalla solitudine, dalla diffidenza, facendo sì che i peggiori, i più cattivi, i più selvaggi, i maniaci, i paranoici e gli assassini prendessero il sopravvento.
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