giovedì, Novembre 21, 2024
Il Parco Paranoico

Orlam, PJ Harvey

Mik Brigante Sanseverino Maggio 3, 2022 Parole Nessun commento su Orlam, PJ Harvey

Un luogo fantastico è racchiuso in Orlam, tra queste poesie che scandiscono lo scorrere inesorabile del tempo, nonché il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta, con tutto il suo carico di sogni, di illusioni ed ovviamente di presagi sinistri. Visioni astratte, a volte amorevoli, a volte inquietanti, che, nel villaggio di Underwhelem, si trasformano nei personaggi che la protagonista di questa narrazione in versi, la novenne Ira-Abel Rawles, incontra nella propria semplice e, allo stesso tempo, fantastica quotidianità. Alcuni di loro sono benevoli e tentano di rassicurarla, con la propria austera presenza o di aiutarla a comprendere meglio il mondo e i pericoli che si nascondono nel suo grembo più oscuro e lascivo; altri, invece, sono espressione del male più assoluto, ombre ammalate di potere che bramano sottomettere e condizionare le altre creature, soprattutto quelle più pure, sincere ed innocenti.

Dunque, dietro l’apparente tranquillità dei ricordi ancestrali del natio Dorset, vi sono storie di violenza e di sopraffazione, storie in cui l’amore viene contaminato dal tocco abominevole, virale e corrotto di Red Shed, il quale aggredisce la piccola Ira, così come un predatore si lancia sulle proprie vittime ignare ed indifese o come il gelido e spettrale inverno tenta, in tutti i modi possibili, di gettare i suoi agghiaccianti e morbosi artigli sulla tenera primavera e sui suoi fiori appena sbocciati. Ira, intanto, fa la conoscenza dello spirito buono di un soldato ferito, Wyman-Elvis, degli alberi che ritornano alla vita, dell’oracolo nascosto nel bulbo oculare del suo agnello.      

La ragazza sta ampliando le proprie conoscenze, sta dando libero sfogo alle sue fantasie, sta costruendo la sua personalità, arricchendola di tutte le emozioni e le percezioni che il mondo esterno è in grado di offrirle, ben al di là dei limitanti confini della sua Hook Farm, delle canzoni, delle cantilene e delle superstizioni che risuonano ancora nella vecchia fattoria, ma che lei, adesso, sente il bisogno di oltrepassare, carpendo così il significato nascosto di quelle antiche parole, di quei suoni accattivanti, di tutti quei miti e quelle leggende che la facevano confondere e tremare perché volevano metterla in guardia rispetto a tutte le menzogne, le perversioni sessuali, le fobie irrazionali che popolavano e continuano a popolare il nostro inquieto, frenetico e spesso meschino presente.

Ma nonostante queste ossessioni, alla fine, il sacrificio del soldato, così simile a Cristo, le sue ferite perennemente sanguinanti, simbolo del suo impegno e della sua dedizione nei confronti di quella che egli ritiene essere la sua missione e il suo destino, ovvero assistere e proteggere gli indifesi, faranno sì che l’amore possa prendere, nuovamente, il sopravvento definitivo, non solo sull’arroganza e sulla banalità del male e sulle peggiori depravazioni e morbosità celate nell’animo umano, ma anche sull’indifferenza estraniante che caratterizza la nostra società e soprattutto sulla smania e sulla brama di potere, perché, a ben guardare, è il potere più ostinato e temibile nemico dell’amore; è il potere a generare la rabbia, l’odio, la violenza, la guerra e, di conseguenza, la morte, come, purtroppo, vediamo in questi giorni sugli schermi dei nostri smartphone e delle nostre TV, testimoni dell’ennesima abominevole ed infame guerra di potere nel cuore dell’Europa. 

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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