domenica, Dicembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

LP.8, Kelly Lee Owens

Mik Brigante Sanseverino Maggio 4, 2022 Dischi Nessun commento su LP.8, Kelly Lee Owens

Kelly Lee Owens esplora l’essenza ondulatoria della materia, mostrandoci come ogni elemento fisico del mondo circostante possa essere ricondotto ad una matrice e un’impronta energetica fondamentale. Energia che è vita, è calore, è impeto, è passione e che fluisce da un corpo all’altro, oltrepassando ogni ostacolo, sia esso di tipo spaziale o temporale, permettendoci, alla fine, di donare una rappresentazione emotiva alle nostre percezioni, comprese, ovviamente, quelle la cui sorgente primaria è di tipo musicale.

LP.8 è un album elettronico dotato di una profonda sensibilità umana; un lavoro apparentemente ermetico e intimista in grado di conciliare la leggerezza melodica del synth-pop con le divagazioni e le intemperanze oniriche tipiche delle atmosfere techno-ambient, sulle cui ritmiche ammalianti ed attraenti l’artista gallese incastona, come fossero preziosi gioielli, le proprie vibranti riflessioni verbali.

Parole, sussurri, respiri che strutturandosi in maniera sempre differente, come se fossero atomi, molecole e particelle subatomiche, creano le idee, i sogni, le prospettive e le visioni che ci rendono umani, permettendoci di non vivere, come vorrebbero le asettiche teorie neo-liberiste, in un eterno, immutabile e artificioso presente, ma di imparare dal proprio passato e soprattutto di immaginare un futuro diverso e migliore.

“Release” assume la consistenza minimale di un’intuizione, “One” definisce e rafforza i suoi contorni, rendendocela più rassicurante e familiare, mentre “Sonic 8” le dona il colore, la forza e l’intensità necessarie, così da non perdere più di vista il filo invisibile che lega tra loro le persone e le loro storie, senza temere di toccare con mano il dolore e la perdita, il peso degli errori compiuti e delle delusioni subite, un ingombrante bagaglio di sofferenze che Kelly Lee Owens riesce a destrutturare, rielaborare e trasformare negli scricchiolii, nei mormorii e nelle improvvisazioni di “Nana Piano”, coraggioso varco verso la musica sperimentale e d’avanguardia, prima che “Quickening” riconduca il nostro spirito alla deriva nel proprio corpo, ma offrendogli una capacità superiore nel percepire gli stati d’animo, le espressioni del volto, i silenzi, le scelte, le esternazioni più rumorose, tutti quei comportamenti che, solitamente, vengono considerati anomali. In realtà noi sappiamo benissimo che, oltre la patina superficiale dei nostri giudizi affrettati, vi sono ossessioni, morbosità, veleni che non possono essere più nascoste e che abbiamo, oggi più che mai, dopo due anni di isolamento virale, fobia, ostracismo politico e con una nuova guerra alle porte, il dovere etico e sociale di affrontare.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.