La sua musica ha sempre avuto un’essenza duplice; una musica capace di evocare immagini ultraterrene e celestiali, pervasa da un profondo e sincero ottimismo, che viene costretta a toccare con mano il cinismo e l’egoismo sui quali è basata la materialistica società post-industriale di cui siamo parte.
Un’essenza primaria che è attratta dalla luce, mentre la sua indissolubile controparte lo è dal buio, ma entrambe contraddistinguono, con le loro tensioni, i loro attriti e i loro contrasti, quel disco unico che è “Grace”. Un lavoro senza tempo, la cui crudezza nell’esprimere i propri sentimenti, le proprie emozioni e i propri stati d’animo, diventa, ad ogni ascolto, la prova, sempre più evidente, di quanta forza e quanto coraggio possano celarsi negli animi apparentemente più fragili, nelle loro contraddizioni e nel continuo, estenuante, perfido e pressante confronto con un passato che sembra essere sempre più grande di noi, sempre più eroico, sempre più impossibile da raggiungere.
Finché, un bel giorno, ti rendi conto di aver imboccato, semplicemente, un’altra strada, di aver intrapreso un’altra narrazione sonora ed esistenziale, di aver concepito un altro groove, di aver intuito un altro futuro e un altro folk; un futuro che avrebbe cancellato quelle vecchie ombre a colpi di speranza e che avrebbe dipinto la sua caleidoscopica trama di scelte e visioni differenti, se solo la fatidica notte di Memphis del 29 Maggio 1997, non avesse costretto il Fiume a vestire i panni dell’assassino. Un incidente ingiusto e orribile che risuona nella nostra anima ogni volta che ascoltiamo le parole di “So Real”, risucchiandoci nel gorgo delle nostre peggiori fobie, soprattutto quando ci rapportiamo, ogni giorno, a parole, decisioni, azioni ed eventi che rischiano di distruggere tutto.
Ci sono musiche che ti vengono incontro, che sembrano rincuorarti e renderti più dolce il presente, ma, allo stesso tempo, forse proprio a causa di quella duplice essenza, un dubbio si insinua nei nostri pensieri. E se il fallimento fosse insito nella natura umana? Non so, sinceramente, cosa rispondere, ma, aggrappandomi ai versi di “Grace”, posso dirvi che se il nostro destino fosse necessariamente quello di fallire, allora prendiamoci, fino in fondo, ogni briciola della nostra libertà, ad iniziare da adesso, da questa notte e trascorriamola assieme a chi ci sta a cuore, sotto le medesime onde sonore, quelle che ci piacciono di più.
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