La nostra interiorità è un mondo complesso, alcuni preferiscono negarlo o fingere di non accorgersene, altri si accontentano dell’unico verbo, dell’unica verità, affossando, sotto strati e strati di frustrazione e follia, il proprio spirito critico. Poi ci sono quelli, come la cantautrice americana, che preferiscono vedere e che preferiscono raccontare di una dimensione nella quale la rabbia e la violenza possono, persino, incontrare l’amore e la passione. Su questi sentieri polverosi, del profondo Sud dell’America, la storia può tramutarsi in veleno e il veleno può essere una preziosa fonte d’ispirazione, soprattutto quando si ha la sensibilità di incrociare e di mescolare suadenti e luminose trame dream-pop con ambientazioni sonore inquiete ed irriverenti, piene di riflessi e di reminescenze goth-rock.
Ethel Cain suona sé stessa, suona le generazioni di uomini e donne che l’hanno preceduta, con le loro tragedie e il peso di quei sogni che, ben presto, si sono trasformati in incubi e che, incuranti della propria essenza, li hanno costretti ad indossare una maschera, ad accettare un ruolo e mantenerlo fino all’ultimo secondo delle loro vite. Per molti è stato un doloroso tormento, ma, come sempre accade in questi casi, ci sono gli spietati approfittatori, ai quali, però, quel fatale destino, più o meno divino, più o meno diabolico, che predilige l’equilibrio, contrappone amori impossibili, fughe improvvise, un eroismo capace di affrontare qualsiasi trauma, qualsiasi ostilità, qualsiasi condanna.
Ethel Cain è tutto questo, ma è anche una voce chiara e rassicurante, una luce in un mondo di orrore, di peccati e di peccatori, i quali, a guardarli più da vicino, liberi da ipocrisie e compromessi, liberi da tutte le teorie preconfezionate e paternaliste, sono uomini e donne che soffrono, che si perdono, che urlano, che scappano, che godono, che fanno soffrire, che imparano, che ritrovano il cammino perduto. E lo ritrovano grazie all’impegno, grazie alla parola, grazie alla musica, grazie a quella fiamma che continua, imperterrita, a bruciare in ognuno di noi.
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