Noi. Us. I druidi pugliesi ci riportano nei loro paesaggi spettrali e psichedelici, pervasi da sonorità post-rock, con la dedizione e il coraggio di chi non ama i compromessi e le declinazioni commerciali, virtuali e radiofoniche dei tempi moderni, ma preferisce guardare ai suoni puri e vibranti del rock più acido e del blues più viscerale, tentando di illuminare quell’abisso nel quale, purtroppo, la nostra società sta, sempre più velocemente, scivolando via.
Noi. Us. Come un vento stoner proveniente dagli anni Novanta, travolegente e allucinato, sferzante ed appassionato, nel quale le due chitarre degli A Violet Pine, essenziali e magnetiche, ci spronano a rispondere, con un sorriso amaro e consapevole, ai molteplici dotti, medici e sapienti che, quotidianamente, ci offrono le loro cure, i loro ammonimenti e i loro consigli, non perché siano interessati alla nostra felicità o al nostro benessere, ma perché bramano primeggiare, incutere paure infondate e irrazionali, controllare, imporre agli altri la loro oscura, malevola, assurda e violenta visione del mondo.
Noi. Us. Un sorriso, quello di “Crown Shyness”, che, però, non diventa mai un sorriso disperato, anzi esso irride quelle loro brutte facce, denudandoli delle loro menzogne e mostrandoceli come sono: ciarlatani e imbonitori, politici e tele-virologici, esperti militari e truffatori, che, come i celebri dottori che tentarono di curare il povero Pinocchio, lo ammazzano e ci ammazzano, ogni giorno, sempre di più.
Nessun ripiego, dunque, è questa la strada che ci mostrano gli A Violent Pine, perché se questo presente non ci piace, è giusto cambiarlo, è salutare aggrappaci a quanto di meglio c’è nel nostro passato e renderlo attuale, senza alcun timore di essere derisi o giudicati con sufficienza, perché noi non siamo come loro, non siamo fantasmi, noi siamo vivi, noi siamo qui e lo siamo adesso.
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