giovedì, Novembre 7, 2024
Il Parco Paranoico

Nick Cave & The Bad Seeds @ Medimex,Taranto 19/6/22

Un concerto che ha il sapore liberatorio di una confessione. Una confessione nella quale l’artista e il pubblico presente sul lungomare della splendida e suggestiva Taranto possono, finalmente, beneficiare reciprocamente l’uno dell’energia dell’altro, senza alcun compromesso, senza alcun obbligo materiale, senza alcuna promessa da mantenere, mentre le avvolgenti ed emotivamente intense ambientazioni sonore, tramite le quali Nick Cave esplora temi drammatici e cupi, come quelli della perdita, del vuoto, della dannazione, della solitudine e della redenzione, rapiscono completamente i nostri sensi e il nostro cuore, rendendoci collettivamente partecipi di una conversazione che, per ciascuno di noi, è intima, segreta e assolutamente personale.

Abbiamo bisogno di superare le barriere invisibili e virtuali che definiscono quegli spazi soggettivi ed asettici nei quali crediamo di essere protetti ed appagati. Quell’uomo sul bordo del palco, nel suo abito scuro, con le sue stagioni, è lì per rammentarci la nostra umanità. Quelle strette di mano, quegli scambi di parole, quegli incroci di sguardi, quel bisogno di sentire – fisicamente – la presenza dell’altro, rappresentano il sentiero luminoso in grado di portarci via dai meandri più bui e virali del nostro inconscio, quelli che nel recente e toccante “Ghosteen” hanno assunto la forma musicale di brani come “Bright Horses”, proposta al Medimex nella sua versione live. Le canzoni più recenti, infatti, si sono alternate con brani ormai leggendari come “O Children” o “Red Right Hand”, nel segno di uno spettacolo, che sin dall’iniziale e irruenta “Get Ready For Love”, ha eretto l’amore come unico possibile argine dinanzi ai mali che noi stessi, spesso, seguendo falsi ideali di giustizia, di bellezza o di felicità, contribuiamo a creare ed amplificare.

Possiamo fare meglio, dunque, lo dobbiamo, sicuramente, a quelli che verranno dopo di noi, alle future generazioni, ma anche a quelli che ci hanno preceduto e che, purtroppo, non sono più qui materialmente, anche se il loro spirito continua a farci compagnia e ad esserci di conforto. Sempre, anche durante il concerto. Presenze amorevoli ed invisibili – amici, amanti, genitori, fratelli, figli – che ci spingono a superare ogni senso di colpa, ogni debito, ogni incubo, in modo tale da immaginare e costruire un mondo migliore, un mondo fatto di gesti semplici, di tenerezza, di comprensione, ma anche di ragione, di spirito critico e di domande scomode.

Intanto è il momento del bis finale nel quale una versione solista di “Into My Arms” e poi “Ghosteen Speaks” permettono a Nick Cave e i suoi Bad Seeds di congedarsi da un luogo eterno nel quale il passato e il presente, con la loro grandezza e le loro contraddizioni, convivono quotidianamente, nel buio e nella luce; un buio e una luce che sono i medesimi anche dentro di noi, sta solo a noi, allora, essere più forti della stupidaggine e della follia, della brama di potere e di qualsiasi istinto predatorio, violento ed individualista, dai quali potrà venire solo altro male, altro odio, altra guerra, altra morte.  

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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