Viviamo un’epoca di recessione globale nella quale seguiamo, spesso senza nemmeno rendercene davvero conto, dei modelli di bellezza, di felicità, di soddisfazione e di piacere assolutamente transitori e superficiali. Pensiamo di evolvere, di crescere, di imparare, di maturare, ma, in realtà, siamo solamente degli automi – erotici stomp prigionieri di una droga cattiva, di un loop infinito, di un futuro inesistente, del medesimo e meraviglioso disco di Lou Reed. Automi, persi in una notte sempre più fredda, che ripetono le identiche azioni, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, anno dopo anno, illudendosi di avere una meta, un traguardo e persino un sogno da dover realizzare.
Ma, invece, siamo prigionieri in una dimensione virtuale, in un mondo di sorrisini finti e di corpi perfetti, di buonismo e di luoghi comuni, nel quale l’amore non può che essere un surrogato di sé stesso, il maldestro tentativo di colmare vuoti, mancanze ed insoddisfazioni che, purtroppo, restano lì, un click dopo l’altro, un like dopo l’altro, una storia dopo un’altra, una paranoia dopo l’altra, in una spirale infinita di vendite ed acquisti, di visite e ricerche, di dati rubati allo scopo di manipolarci e di controllarci, come se tutti noi fossimo la stessa canzone, una canzone già conosciuta, una canzone che è ironica e triste, dolce e tagliente, piena di contraddizioni, di errori, di bugie e di nostalgia, proprio come erano, un tempo, le vere canzoni d’amore.
E come sono queste canzoni del terzo tipo, canzoni in perfetta sintonia con i tuoi occhi blu, ma anche con la dannata recessione che domina questi tempi moderni; una recessione sociologica, demografica, psicologica, economica, politica ed emotiva che ci spinge, ignari delle parole di Karl Marx e di Rino Gaetano, a confondere il possesso con la felicità, la solitudine con la pace, la guerra con la sicurezza, la violenza con la giustizia, le illusioni con l’amore. Perché è proprio questo che fanno il liberismo e il capitalismo, loro cancellano le relazioni e i rapporti, spingendoci verso la più totale alienazione, ossia verso uno stile di vita e una cultura che sono profondamente odiosi, virulenti e maniacali.
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