Qual è il problema più grande dei modelli di consumo e di produzione di stampo neo-liberista, che plasmano e modellano la società di cui siamo parte, oltre a manipolare – in tutti i modi possibili – le nostre esistenze? Semplice, si tratta dell’assoluta mancanza di tempo per quelle che sono le vere necessità di un essere umano, ovvero quella condivisione di sogni, di sentimenti, di emozioni, di esperienze che possono, davvero, promuovere il nostro benessere fisico e psicologico.
Invece, è tutto un seguire dei miti di successo, di potere, di bellezza e di felicità che non hanno nulla a che vedere con la realtà, con i suoi cambiamenti, con le sue stagioni e con le sue evoluzioni, ma che promuovono stili di vita nei quali siamo, continuamente, bombardati da obblighi di produttività, di competizione e di possesso materiale che ci fanno sentire perennemente inadatti, incapaci, stritolati da un eterno presente che non ammette fragilità, malattie, sconfitte o debolezze e che ruba il nostro tempo e quelle che sono le nostre migliori energie.
I sintetizzatori di “Ou (A) est le temps” ci ripagano, in parte, di quel tempo che ci è stato sottratto, con la complicità di una classe politica che, a livello globale, sfrutta eventi drammatici, come la pandemia o la guerra, per imporre paure e quindi subdoli meccanismi di controllo che ci rendono sempre più tristi, sempre più soli, sempre più vuoti, sempre più ottusi, sempre più diffidenti, sempre meno disposti ad aprire le porte sbarrate delle nostre esistenze al mondo esterno, convinti che non c’è nulla oltre le nostre TV al plasma, le nostre auto potenti, i nostri viaggi in prima classe, i nostri costosi sigari, i nostri corpi sempre più stanchi e le nostre menti sempre più assuefatte e svilite di contenuti.
Chi o cosa ci riporterà indietro? Chi ci restituirà il nostro spirito critico, i colori diversi delle nostre giornate, il tempo che abbiamo concesso all’odio, alla rabbia, agli istinti più violenti, omicidi e bestiali? Chi o cosa permetterà di dare più spazio a quelle passioni, piccole o grandi che siano, che ci fanno stare bene?
Comments are closed.