domenica, Novembre 24, 2024
Il Parco Paranoico

The Overload, Yard Act

Mik Brigante Sanseverino Luglio 2, 2022 Dischi Nessun commento su The Overload, Yard Act

Un’ironia amara quella degli Yard Act, in sintonia perfetta con il clima farsesco che domina i tempi moderni, tempi nei quali la sicurezza, la democrazia e il benessere delle persone comuni passano attraverso la giustificazione della guerra come strumento di risoluzione e di prevenzione delle crisi politiche; attraverso l’adozione di modelli di sfruttamento economico di stampo neo-coloniale; attraverso il riconoscimento di piccoli e grandi tiranni – i quali, spesso, hanno le mani sporche del sangue di cittadini inermi e indifesi – come garanti della pace e della stabilità internazionale. 

E’ evidente che le democrazie occidentali sono in affanno, continuano a vendere sogni effimeri, mentre politici narcisisiti e bugiardi pensano solo a difendere il proprio potere personale, a garantire vantaggi materiali a sé stessi e alla loro ristretta cerchia di amici e amici degli amici, fregandosene del prossimo e alimentando quei venti di odio, egoismo, intolleranza e ignoranza che diffonderanno, per il mondo, i semi del sovranismo, del nazionalismo e del complottismo, convincendo le persone che stanno meglio, che sono più felici, che sono più sicure, che sono più serene, se vivono sole e isolate, se votano per la Brexit, se rinunciano a esprimere il proprio dissenso, se disertano le urne, affidandosi all’ennesimo governo di emergenza nazionale, all’ennesimo governo dei migliori, all’ennesimo governo dei responsabili e all’ennesimo leader scelto dalla casta.

“The Overload”, con le sue sonorità crude e minimali, con il suo triste sarcasmo, con la sua nevrotica e spiritosa lettura dei fatti e degli eventi, con le sue trame post-punk, è l’album perfetto per descrivere l’arrogante spregiudicatezza di uomini come Boris Johnson, la folle pericolosità di uomini come Jens Stoltenberg o Donald Trump e, perché no, la meschina ambiguità dei politici italiani.

Gli Yard Act sono i narratori sonori dell’apocalisse, di un’epoca che finge di essere fluida, accessibile e dinamica, ma che, in realtà, difende sempre e soltanto gli stessi interessi e le stesse posizioni, quelle dei più forti, dei più cattivi e dei più spietati, mentre i bassi si fanno sempre più vibranti e profondi e l’esuberanza elettrica lascia il posto alla cupa disillusione, alla consapevolezza che il mondo digitale è un mondo di ombre avide e dispotiche, di vampiri che si nutrono delle nostre scelte e della nostra libertà, quella libertà che non troveremo mai nella rete virtuale, nei social, nei talent show o nei canali mediatici con i quali indottrinano e narcotizzano le masse, trasformandoci, a seconda delle loro esigenze, in consumatori, in produttori, in spettatori, in soldati, in vittime, in giudici, in carnefici, in fedeli, in votanti, in fantasmi, in corpi, in qualsiasi cosa essi desiderano, purché sia al servizio dell’unico potere riconosciuto: il loro; un potere che non ammette critiche, non ammette contraddittori, non ammette repliche, non ammette altre visioni, altri orizzonti, altre idee, altre narrazioni, altre verità.

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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