In una dimensione virtuale che ci impegna a essere altro, a vivere esistenze estranee, a nutrirci e omologarci a pensieri e sentimenti artificiali, a comportarci come automi, “Oltre” ci riporta a casa, nello spazio intimo e genuino dei nostri sogni e delle nostre emozioni più pure e veritiere. Un’elettronica alchemica, quella di Mace, che fissa sia le profondità remote e misteriose del cosmo, sia la quotidianità delle nostre giornate, che, liberate dalle parole e dalle urla in eccesso, si trasformano in questo percorso musicale strumentale unico e prezioso.
Un viaggio che è ricerca, ma anche riscoperta; che è novità, ma anche la capacità di comprendere a pieno sé stessi e il proprio mondo, superando quelle barriere che, sempre più spesso, una politica corrotta e inadeguata alle grandi sfide di questo millennio, tenta di erigere tra le persone, dimenticando ogni lezione e ogni esempio offerto dalla storia e soprattutto il fatto che, in ogni essere umano, è celato un Odisseo desideroso di varcare i limiti delle proprie conoscenze e delle proprie certezze, anche quando la rete virtuale delle informazioni tenta di farti credere che essa dispone già di ogni conoscenze e di ogni certezza tu abbia bisogno.
Ed è così che le ambientazioni più ambient ed elettroniche, quelle che guardano al mondo esterno, convivono con le sonorità più psichedeliche e contemplative, riportando in superficie quegli echi e quelle sensibilità che erano state nascoste nel profondo della nostra intimità, laddove i sorrisi sarcastici, i giudizi facili e parziali, le forzature imposte dalla società neo-libersita di cui siamo parte, non potevano arrivare. Ma ogni musica, qualsiasi sia la sua matrice, ha il dovere di liberare ciò che è sopito, di rendere accessibile la vera bellezza e di consentire alle nostre fantasie di trasformasi in qualcosa di vero, di fisico, di sensoriale, di concreto, creando così i fondamentali legami tra le persone, indipendentemente da quelle che sono le influenze della propria cultura, delle proprie usanze e delle proprie tradizioni. In tal modo ogni diversità diverrà elemento d’unione e questa narrazione elettronica potrà inglobare, nel suo grembo, elementi di natura diversa tra loro: dal violino al sitar, dall’arpa ai sintetizzatori, andando, ancora una volta, oltre quelle che sono le limitazioni imposte dal potere e dalle sue oscure eminenze, ombre che ci imprigionano in un presente perpetuo, ostile e divisorio, costringendoci a rinunciare a qualsiasi futuro e a dimenticare, per sempre, il nostro passato, la strada compiuta, i dolori patiti, i diritti conquistati, gli affetti perduti.
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