domenica, Dicembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

My Other People, TV Priest

Mik Brigante Sanseverino Luglio 19, 2022 Dischi Nessun commento su My Other People, TV Priest

E’ come se tutti i “se” del mondo si fossero materializzati, improvvisamente, sul nostro cammino, rendendoci complicata e pesante ogni scelta, ogni passo, ogni decisione. Dopo il dirompente “Uppers” che dava voce agli istinti più rumorosi che vivono dentro di noi, è giunto il momento dell’introspezione, delle domande, del futuro, della ricerca. “My Other People” è, infatti, un disco più intimo, un disco che tenta di entrare in sintonia con le storie e le necessità di ciascuno di noi, perciò, in tal senso, esso, a differenza del lavoro precedente, è più collettivo, più incline a raccordarsi con i fatti e le esperienze soggettive degli ascoltatori, piuttosto che spronarli, unicamente, in modo perentorio ed oggettivo, a liberarsi dai propri, spesso assurdi e infondati, tormenti e seguire la via catartica dell’energia e del noise-rock.   

Restano, ovviamente, i momenti sporchi e graffianti, il desiderio di creare melodie che possano esorcizzare la negatività, ad iniziare da quella che, come accade in “It Was Beautiful”, si nasconde nel passato per poi assalire e corrodere il nostro presente. Un tempo che è, di per sé, già drammaticamente traumatico e particolarmente adatto ad essere descritto attraverso quelle sonorità e quelle atmosfere apocalittiche, intrise di crudo e minimale post-punk, che tante band, in questa bellicosa stagione post-pandemica, nella quale solo gli speculatori senza scrupoli sembrano prosperare, hanno deciso, fatalmente, di sposare e fare proprie.     

Corsi e ricorsi storici, i giorni che seguono la Brexit, sono sempre più simili a quell’epoca cupa nella quale i governi Thatcher e Reagan decidevano di cancellare ogni idea di stato sociale e di economia solidale, aprendo le proprie nazioni e poi il mondo intero a quelle politiche neo-liberiste che guardano solamente alla produttività, alle performance, alla manipolazione dei consumi, al controllo delle scelte e delle opinioni, sfruttando la globalità della rete, nonché il mercato globale della domanda e dell’offerta, per ridurre, il più possibile, l’autonomia delle persone, rinchiuderle in bolle di apparente benessere e garantirsi così, per sempre, una abnorme e criminale acquisizione di risorse, di ricchezze e di potere.

La band inglese insegue la verità, utilizzando la propria grinta, il proprio sarcasmo e la propria euforia, ma non è facile avvicinarsi a qualcosa che sfrutta ogni tua debolezza, ogni tua vulnerabilità, ogni tuo sogno e ogni tua necessità per risucchiarti nei propri meccanismi di produzione e di consumo e trasformati, di conseguenza, nell’ennesimo oggetto senz’anima da piazzare sui propri scaffali di vendita on-line, nelle pagine dei propri social, nelle storie, tutte identiche, che consumatori-dannati pubblicano sui propri profili personali. “The Breakers” vorrebbe provare, invece, a mostrare a tutti, compresa la stessa band, che noi siamo altro, che noi possiamo evadere da questa dimensione surreale e depressa, ritrovando la nostra vera essenza, nonché la primordiale energia del punk e del rock ‘n’ roll delle origini.

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.