domenica, Dicembre 22, 2024
Il Parco Paranoico

North East Coastal Town, LIFE

Mik Brigante Sanseverino Agosto 31, 2022 Dischi Nessun commento su North East Coastal Town, LIFE

I LIFE affidano a sonorità eterogenee, fatte di indie-rock, pop e punk, il compito di descrivere, da un punto di vista periferico e marginale, quella alienante normalità che rischia di farci impazzire, mentre brani come “Big Moon Lake” o “Incomplete” narrano con suoni eccitanti, appassionati, martellanti e fantasiosi quell’enorme fardello di disperazione, turbolenza, impotenza e subalternità che un’intera generazione è costretta a trascinarsi dietro. Una generazione che, ingabbiata tra le ritmiche di “Almost Home”, non sembra riuscire a trovare il proprio spazio vitale, né a tornare a quella dimensione più pura, innocente e spensierata che, un tempo, avremmo potuto chiamare “casa”.

E senza una casa da cercare, i LIFE ci portano in un mondo inquietante ed ostile, su strade che sono sporche, strette e pericolose, mentre ogni angolo può nascondere una nuova minaccia e tutti i nostri sentimenti – persino l’amore – vengono ricoperti da un crudo e spettrale sudario, che ci obbliga a vivere qualsiasi emozione con ansia e timore, intrappolati in una realtà frenetica e angusta che consuma, voracemente, le nostre migliori energie, togliendoci il tempo di sognare, di immaginare, di sbagliare e di imparare. “Duck Egg Blue” vorrebbe aiutarci a liberarci da questo grigiore, in modo tale da riprenderci il nostro prezioso tempo e tutto lo spazio necessario a sentirci, liberamente, partecipi di esperienze e di percezioni che sono solo nostre e nessuno può obbligarci a vivere secondo modelli di perfezione, di bellezza e di felicità costruiti a priori.

Intanto la vivacità prende il sopravvento sul freddo sgomento; anche luoghi apparentemente distanti, nel culo più remoto e profondo del mondo, possono aiutarci a crescere, rafforando quella sensibilità che permetterà agli stati d’animo, agli incontri, agli addii, alle parole di rabbia ed amore, a quelle urlate e a quelle sussurrate, di trasformarsi in una manciata di canzoni vere; in qualcosa che è in grado di descrivere le sensazioni provate non solamente da quelli che erano lì, in prima persona, ma anche dalle tante altre persone, in tante altre città e tanti altri paesi, che provavano e vivevano delle situazioni e delle esperienze assolutamente simili, nonostante, spesso, per motivi di esclusivo interesse economico e politico, i nostri governanti amano farci apparire talmente diversi e lontani, da doverci, necessariamente, considerare nemici.

Ed invece, noi siamo ugualmente distanti dal potere più disumano e dispotico, noi siamo ugualmente arrabbiati dinanzi agli interessi finanziari che distruggono intere nazioni, noi siamo ugualmente soli nell’affrontare le tempeste virali che obbligano le nostre esistenze a fermarsi, a congelarsi, a richiudersi e a divorare sé stesse nel nome di coprifuoco e di lockdown, di nuove e di vecchie guerre, di terribili disastri ambientali, di fantasmi atomici, di antichi rigurgiti d’odio e pazzia che danno, ancora oggi, forma e vigore ad assurde, maniacali e violente ideologie di stampo sovranista e nazionalista, in una triste spirale auto-distruttiva che ci spinge, sempre più, verso nord, verso est, verso casa, verso una salvezza che, purtroppo, appare sempre più a rischio. Riusciremo ad invertire la direzione del nostro fatidico cammino? Sapremo ritrovarci?

Like this Article? Share it!

About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

Comments are closed.