Le trame strumentali dei Cazale sono un viaggio spensierato, audace e romantico verso territori sonori incontaminati, in perenne bilico tra jazz e post-rock. Un viaggio che è solo tuo, proprio come solamente tua è la vita, come lo sono le giornate che puoi donare agli altri sotto forma di storie e di ricordi, di foto, di oggetti, di cortesie e di testimonianze che potrebbero, quando i protagonisti delle stesse non sono più presenti, anche addolorarci o farci soffrire, ma che, alla fine, oltre il loro salvifico velo di malinconia, ci permettono di comprendere l’importanza del tempo che abbiamo a disposizione.
Un tempo che non è illimitato, ma che è sufficiente per amare, per conoscere, per crescere, per lasciare un segno, anche minimo, del proprio passaggio su questo mondo. Intanto le sonorità del disco inglobano atmosfere di matrice onirica, fusion e psichedelica, arricchendo le nostre menti sopite ed assuefatte e facendo sì che elementi eterogenei tra loro – reali e fantastici, materiali e spirituali, superflui e necessari, luminosi ed oscuri – trovino un punto focale nel quale incontrarsi e specchiarsi l’uno nell’altro, nel quale poter recuperare dal tempo passato, proiettarsi verso il tempo futuro e fornirci un percorso musicale ed umano che ci sia d’aiuto nelle interazioni, soggettive e oggettive, con questo nostro assurdo, virale, iper-tecnologico e conflittuale tempo presente. Con una quotidianità, rintracciabile sin dall’incipit dell’album, tramite le tante voci che si sovrappongono e si mescolano caoticamente, che, spesso, si riduce, purtroppo, ad essere l’effimera ripetizione di azioni meccaniche delle quali non resterà assolutamente nulla.
E se non riesci a lasciare memoria alcuna, è come se tu non fossi mai esistito. E tutto ciò che non esiste, richiamandoci ai concetti filosofici espressi da Platone, è qualcosa di menzognero, di cattivo, di malvagio. I Cazale ci rammentano, con trepidante urgenza, per mezzo delle loro sonorità impregnate di costruttiva, gentile e pura umanità, oltre che tramite al loro eclettico e passionale dinamismo e grazie alle profondità emotive esplorate dal sax, che siamo fatti di bene e quindi di verità, di fatti, di narrazioni, di memoria.
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