“Ultra Truth”, da un lato, tenta di ricongiungersi con i suoni armoniosi e incessabili dell’universo, con quella musica che consente alla vita di rinnovarsi e di persistere alla catastrofe, all’annichilimento e allo sgomento della morte; dall’altro lato, è proprio la consapevolezza della sfida con il momento fatale della inevitabile fine, a rivestire l’album anche di un cupo velo di tristezza. Tristezza e non disperazione, poiché siamo consapevoli del fatto che la bellezza di altre esistenze, di altre esperienze, di altre storie umane, di altre musiche ci sarà d’aiuto e di conforto; ecco, quindi, che le trame elettroniche, tipiche degli anni Novanta, intrise di techno, dark ed ambient, ritornano a battere anche in quest’ultimo lavoro di Daniel Avery, proprio a testimoniare come nulla muore davvero, ma tutto ritorna, tutto rivive, tutto si allinea.
Quindici brani che tentano di indagare le diverse anime sonore alle quali l’album si ispira, in un percorso eterogeneo che non è semplice ed accademica riproposizione tecnica, ma che si arricchisce, necessariamente, di quelle che sono esperienze personali, professionali e artistiche, sia positive, che negative, consentendo alle idee originarie di fondersi, di contaminarsi e di nascere a nuova vita.
I big-beats dei Chemical Brothers, la matrice rumorista dei Nine Inch Nails, le trame eteree degli Underworld, il penetrante tocco techno dei Leftfield respirano all’unisono, in una creatura nuova e sperimentale, costituita da sonorità elettroniche più sporche e distorte, ma anche da rasserenante e dolce melodia, traccia dell’eco divino primordiale che sussiste in tutto il cosmo e che si manifesta in ogni singola forma di vita, sia in quelle semplici ed invisibili, che in quelle estremamente complesse.
Singole note che creano sinfonie elettroniche uniche, vive e cangianti, musicalmente policrome, capaci di spaziare dal pop tecnologico alle accattivanti e ballabili ritmiche dubstep, in una preziosa confusione di spirito e di materia, di giorno e di notte, di veglia e di sonno, di pensiero e di azione, che rendono questo disco una peculiare e diversa prospettiva della quotidianità di ciascun ascoltatore, in un cammino, quindi, che si mantiene, costantemente, soggettivo ed oggettivo, individuale e collettivo, conferendo a “Ultra Truth” un alone mistico e salvifico.
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