giovedì, Novembre 7, 2024
Il Parco Paranoico

The Great Regression, DITZ

Mik Brigante Sanseverino Novembre 10, 2022 Dischi Nessun commento su The Great Regression, DITZ

I DITZ descrivono, in maniera onesta e veritiera, tutta la tossicità del nostro mondo, mentre la politica, qualsiasi politica, si sta velocemente decomponendo e gas micidiali e venefici si liberano nell’aria, facendo impazzire le persone e riportandole verso scelte, pensieri e comportamenti rabbiosi, violenti, razzisti e reazionari, che, oggi, diventano, grazie al potere di amplificazione e di veicolazione offerto dalla rete, ancora più pericolosi e più distruttivi.

“The Great Regression” affonda i suoi artigli sonori in questo nostro presente lastricato di assurdità e di compromessi, libera tutta la sua energia hardcore-punk; irrompe, nella apparente e narcotizzante normalità di facciata, cavalcando le sue tempeste elettriche, intrise di noise-rock; si getta nelle atmosfere più oscure del rock gotico ed orrorifico. L’obiettivo è quello di spazzare via tutte quelle effimere sovrastrutture che abbiamo costruito attorno ad una realtà che è malsana, virale e malvagia e che noi, per difendere i nostri piccoli e materialistici interessi, le nostre comodità, i nostri appaganti salotti, fingiamo di non vedere, di non conoscere, di non comprendere.  

Ma questo noise-punk, crudo e viscerale, ce lo sbatte in faccia, ce lo urla contro, mostrandoci come, a volte, può essere utile arrabbiarsi e far sentire la propria voce, piuttosto che ricorrere alle solite frasi di circostanza, alle mezze parole, ai sussurri, a quei sorrisini fasulli che nascondono tutta la nostra frustrazione, la nostra aggressività, la nostra disperazione, le quali si trasformano in qualcosa che ci uccide da dentro, un po’ alla volta, ma ogni giorno lo fa un po’ di più, finché non diventiamo esattamente come i nostri aguzzini e facciamo dell’insensibilità il nostro bel vestito. Questo disco, invece, è l’immagine delle nostre città in fiamme, delle persone che manifestano per i propri diritti e per il proprio futuro, di un mondo che vuole essere più giusto e non ha più paura di gridare la propria contrarietà a schemi economici, finanziari, politici, sociali, etici o religiosi che ci rendono sempre più soli, più poveri, più cattivi, più malati, più disumani e propensi a rendere le nostre piccole vite dei veri e propri templi di spirito e carne alla xenofobia, al razzismo, all’idiozia, al finto e becero moralismo.

Io, invece, voglio essere Kate Moss, non voglio che ogni cosa sia o dentro o fuori, o buona o cattiva, o bianca o nera, stabilendo, di volta in volta, cosa è giusto e cosa è sbagliato in base a quelli che sono i miei interessi privati e soprattutto quelli dei miei padroni, i quali, se sarò fedele, se sarò ubbidiente, se sarò prono, se sarò suddito, mi ripagheranno con un bell’osso da poter rosicchiare in giardino, magari nella mia auto nuova o mentre sto trascorrendo i miei dieci giorni annuali di vacanza al mare.

Ma ai DITZ tutto ciò sta stretto e non va più bene. E a voi? 

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About The Author

Michele Sanseverino, poeta, scrittore ed ingegnere elettronico. Ha pubblicato la raccolta di favole del tempo andato "Ummagumma" e diverse raccolte di poesie, tra le quali le raccolte virtuali, condivise e liberamente accessibili "Per Dopo la Tempesta" e "Frammenti di Tempesta". Ideatore della webzine di approfondimento musicale "Paranoid Park" (www.paranoidpark.it) e collaboratore della webzine musicale "IndieForBunnies" (www.indieforbunnies.com).

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