La band americana da vita ad atmosfere ultra-terrene nelle quali le trame sonore di “Sanguine Truth” riportano in superficie quelle domande che, solitamente, lasciamo giacere in profondità, preferendo immergerci, totalmente, nelle ritmiche frenetiche delle nostre esistenze metropolitane.
Chissà se siamo reali, chissà se stiamo davvero scegliendo oppure se è solo un sogno, se è solamente una faticosa e costosa illusione. Le sonorità indie-rock proposte scavano, intanto, a fondo nel passato del rock a stelle e strisce, guardano al garage-punk e al surf-rock, costruiscono, quindi, un percorso atemporale che unisce gli anni Sessanta e gli anni Novanta, sfruttando, per costruire il proprio peculiare sound etereo e distaccato, sensuale e dolente, sia passaggi più dolci e melodici, che passaggi più istintivi e muscolari.
Il risultato è una musica capace di incantare, di spingerci a riflettere e a chiederci cosa ci sia negli angoli più bui delle nostre giornate, nelle zone d’ombra nelle quali sprofondano, a volte, i nostri pensieri, spingendoci a cercare la quiete, la solitudine, il sapore dolce ed amaro dei nostri ricordi. The Casual Dots riescono a donare a questo substrato emotivo una propria consistenza musicale, ma lo fanno senza farsi prendere dall’oscurità che vive nel nostro subconscio, anzi esorcizzandola, attualizzandola, umanizzandola e trasformandola, di conseguenza, in una chiave di lettura, più familiare, per comprendere quelle che sono le nostre paure e le nostre incertezze e fare sì che il nostro animo si sintonizzi altrove: su quelle che sono le nostre vere passioni, sui luoghi che ci fanno stare bene, sulle persone che amiamo.
E così anche quelle domande che, inizialmente, sembravano essere destinate a restare, per sempre, senza alcuna risposta, sembrano diventare meno inquietanti. Certo, esse restano lontane, ma non sembrano più incombere minacciose sulle nostre vite, anzi esse assumono la forma sonora di una luna piena, di una luna alta, lassù nel cielo, sappiamo che per noi è irraggiungibile, ma, allo stesso tempo, la viviamo come una compagna silenziosa, la quale illumina, benevola, il nostro cammino notturno, mentre le sonorità indie-pop minimali e dirette della band di Washington indagano i nostri cuori e le nostre menti, senza alcun timore, varcando persino quella soglia invisibile che separa sonno e veglia, luce e buio, sanità e follia.
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