Seguire i nostri sogni e le nostre passioni non è solamente un diritto, ma è un vero e proprio messaggio politico, soprattutto quando questa rivendicazione proviene da quelle classi sociali e da quegli individui che sono sempre stati marginalizzati da un sistema di potere che resta profondamente patriarcale e maschilista e che, nonostante le tante conquiste tecnologiche e scientifiche degli ultimi decenni, continua a vivere e alimentare pregiudizi che hanno radici antiche, assumendosi, con prepotenza, la responsabilità di dover stabilire cosa dobbiamo o possiamo fare con il nostro corpo, con la nostra anima, con il nostro tempo.
Perché il potere non si accontenta solo della “coscienza al fosforo piantata tra l’aorta e l’intenzione”, ma si manifesta anche attraverso il controllo dei nostri sogni, delle nostre passioni, delle nostre aspirazioni e, quindi, del nostro futuro: di tutto ciò che, indipendentemente dal tempo che abbiamo vissuto o che ci resta da vivere, ci permette di provare un piacere libero da ogni istinto materialista e consumista.
“Never Too Late”, il nuovo EP dei BOrder. è crudo, ma assolutamente veritiero; è arrabbiato e viscerale, oltre che essere più cupo e più darkeggiante rispetto a quelle che erano le accattivanti e ballabili sonorità elettroniche del precedente EP, e ci sprona ad andare oltre questa perversa soglia del controllo alla quale, per abitudine, convenienza o timore di essere esclusi, spesso, ci pieghiamo. Intanto le domande del duo bolognese riverberano dentro di noi e ci invitano ad aprire, finalmente, gli occhi su modelli e scenari che sono torbidi, paranoici e maniacali. Le inquadrature del video dell’omonimo singolo sono frontali e dirette; intimoriscono, ma, allo stesso tempo, ci attraggono a sé e lo fanno con un magnetismo selvaggio, ritmicamente punkeggiante, stimolante e intriso di elementi – visuali e sonori – di matrice industriale. Elementi che spostano i limiti della nostra esplorazione verso l’interno, in modo da denunciare tutte quelle contraddizioni che ci rendono passivi, apatici, remissivi e perennemente stanchi.
“Do you know who decide when it’s late?”
Sono sempre loro, quelli che preferiscono farci vivere in un mondo di “passioni-contro”, un mondo assuefatto e fasullo che si nutre di rabbia, di paure assurde, di fake-news, di odio mediatico e di veleni virtuali, piuttosto che in un mondo di “passioni-pro” nel quale alimentare, giorno dopo giorno, la nostra creatività, la nostra curiosità, il piacere delle nostre percezioni fisiche e spirituali, che sono qualcosa di estraneo e del tutto svincolato da tutti quei meccanismi e quelle teorie neo-liberiste che, alimentando un insano, egoistico e disturbato narcisismo, ci spingono solamente a comprare, a bramare, a invidiare, a prendere, a possedere e infine a gettare via tutto ciò che non è più considerato desiderabile o alla moda, spingendoci, sempre più, verso uno stato di totale e statica de-responsabilizzazione, nel quale lasciamo ad altri tutte le questioni politiche, economiche, etiche o sociali.
Avere il controllo delle proprie passioni non significa vivere nell’eterna condizione di un Peter Pan narcisista, ma significa essere consapevoli di quello che abbiamo fatto e di quello che possiamo ancora fare, se sfruttiamo a pieno le nostre energie, le nostre esperienze, le nostre conoscenze, i nostri interessi e soprattutto quel tempo che nessuno ha il diritto di portarci via, decidendo quale sia il momento giusto per essere noi stessi. Perché, come ci suggeriscono le trame ossessive e penetranti dei BOrder., se attenderemo, proni e supini, il loro consenso, allora ogni momento sarà sicuramente il momento sbagliato.
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